LECCO – Importante portare a conoscenza tutta la popolazione sui flussi turistici relativi al Lario, condiviso con la vicina Como, e sul quale è opportuno che le due province lavorino in sinergia per ottenere il miglior servizio possibile. È questo l’obiettivo della conferenza tenutasi oggi, mercoledì 25 novembre, a Palazzo delle Paure.

Il consigliere al turismo della Provincia di Como, Giovanni Vanossi, ricorda quanto “noi siamo Lecco e Como, due province distinte, ma parliamo la stessa lingua. Il brand del lago di Como è conclamato da molti turisti e dobbiamo unificarci per sostenerlo”. A proposito di ciò, concreti sono i dati relativi ai primi nove mesi del 2015, dai quali emerge come i flussi turistici siano aumentati del 6,85% in più rispetto al 2014, definendo un aumento di circa 70.000 turisti.
Il turismo è soprattutto quello straniero, ma anche quello nazionale si sta ampliando, come riportato dai dati: turismo internazionale +9,22%, che ricopre il 72% del turismo totale, mentre l’arrivo di turisti italiani è aumentato dell’1,39%; le presenze, quindi i soggiorni, crescono del 8,89%.

“Questi dati incoraggianti devono infonderci maggior fiducia nel turismo” continua Ugo Panzeri, consigliere al turismo per la Provincia di Lecco, riprendendo la questione numerica in riferimento al solo capoluogo lecchese, anch’esso capace di segnare dei miglioramenti nel settore turistico, seppure non paragonabili a quelli comaschi. Nello specifico, gli arrivi a Lecco sono aumentati del 13,33% e le presenze del 5,77%. Altro dato interessante sul quale soffermarsi sta nella distribuzione del turismo lecchese su diverse aree, le quali andrebbero unificate o maggiormente valorizzate: l’area Brianza ricopre il 40% del turismo globale; il lago corrisponde al 34%; la città di Lecco 14% e infine la montagna al 7%.

L’assessore al turismo di Como, Luigi Cavadini rimarca la crescita del turismo nazionale del 20%, rispetto a quello straniero del 13,75% e soprattutto la durata degli afflussi. Il turismo non si è fermato a ottobre, ma sta proseguendo e si accinge a protrarsi anche per la fine dell’anno.

La domanda sorge spontanea. L’incremento del turismo non è semplice conseguenza delle bella stagione e dei lasciti di EXPO? Senz’altro queste sono state due componenti essenziali per la crescita del settore, ma non esclusive. Sottolinea Giovanni Vanossi l’esempio della Francia, rimotivata a investire le proprie vacanze sul lago di Como a discapito di altre mete.

L’alleanza tra Regione Lombardia e Camera di Commercio, riprende Rossella Pulsoni, ha determinato positività negli operatori lecchesi, sostenuti dal recente Tourism Act, il quale per dare prospettive di crescita non può trascendere la forte alleanza tra pubblico e privato e la complementarietà tra territori, nel caso in questione comasco e lecchese. La Camera di Commercio di Como, nelle vesti di Andrea Camesasca, evidenzia “l’importanza della condivisione di intenti e lavoro di squadra. Occorre una maggiore aggregazione tra province a sostegno dell’interesse comune nel lago di Como”.  Continua Camesasca: “l’economia turistica non ostracizza le altre, ma occorre educare la popolazione a promuovere il territorio attraverso alcune opportune modifiche come la digitalizzazione dell’offerta brand lago di Como, lo sviluppo economico armonioso del territorio e risoluzione di problemi infrastrutturali come il limite nel collegamento ferroviario Lecco-Como”.

L’assessore al turismo e vicesindaco Francesca Bonacina conclude con due osservazioni: “anzitutto il turista deve essere interpretato, come indicato dal Tourism Act, come cittadino temporaneo; in secondo luogo il contesto fa la scelta, ossia senza una cura complessiva, non solo delle eccellenze, ma di tutto il territorio non si può incorrere nella forma di turismo sostenibile auspicata”. Nonostante la nebbia relativa alla competenze istituzionali, il comune lavoro per il lago di Como è un atto di responsabilità da adempiere prescindendo le questioni politiche.

Martina Panzeri