ABBADIA LARIANA – Il Civico Museo Setificio Monti è iscritto all’iniziativa I luoghi del cuore FAI. Per esprimere il voto a favore di questo progetto si potrà esprimere la propria preferenza con un click, entro il 15 dicembre sulla pagina https://fondoambiente.it/luoghi/civico-museo-setificio-monti?Idc

Il Museo testimonia la lavorazione della seta ad Abbadia Lariana, tra il diciannovesimo e inizio ventesimo secolo.

L’intensa attività industriale legata alla produzione della seta portò alla costruzione di molte filande e filatoi in molti paesi. Queste fabbriche sorsero in prossimità di torrenti che scendevano verso il lago per sfruttare l’energia idraulica. Una di queste fabbriche che si è conservata così com’era da metà Ottocento ed è ancora accessibile da visitatori, restaurata ed arricchita con filatoi ora scomparsi, è diventata dal 1998, il Museo Civico Setificio Monti di abbadia Lariana.

Il complesso venne edificato da Pietro Monti, appartenente a una famiglia di setaioli proveniente dalla Bassa, a partire dal 1818, quando il governo austriaco, con la Restaurazione successiva alla caduta di Napoleone, rilanciò le attività produttive dell’allora lombardo-veneto.

La struttura consiste in due edifici, un filatoio-incannatoio del 1818 e una filanda, edificata nel 1869. Quest’ultima, dopo la cessazione dell’attività di produzione serica, fu convertita in fonderia e privata dei macchinari originali; per questo motivo quando il Comune rilevò gli stabili, decise di destinala a Scuola Media.

Per la parte del filatoio invece, che possedeva ancora tre torcitoi, fu destinata ad opera di archeologia industriale per recuperare l’unità produttiva. L’originario torcitoio del 1818 fu recuperato integralmente e restaurato in tutti i suoi 11 metri di altezza e 5 di diametro. All’interno delle altre sale sono esposti attrezzature e oggetti relativi alle lavorazioni seriche di un tempo. Durante la visita c’è possibilità di visionare una delle due grandi ruote idrauliche che azionavano i macchinari sfruttando la corrente della Roggia dei Mulini, una derivazione del torrente Zerbo. La ruota più grande infatti ha visto recentemente il suo restauro.

L’unico museo in Italia che consente di visionare l’intero recupero di un filatoio ottocentesco in cui, la parte esterna, gli spazi interni e i macchinari sono stati riportati alla dimensione e alle funzioni originali, per rivivere la storia e la tecnica dell’industria serica lombarda.