COLICO – In piena emergenza è conclamata la mancanza di Dpi, dispositivi di protezione individuale. Questa è la storia della proprietaria di uno storico ristorante colichese che dopo aver sentito la richiesta d’aiuto da parte di un infermiere del reparto Rianimazione di Lecco ha deciso di mettersi in campo. “Ho iniziato a contattare tutti quelli che conoscevo, imbianchini, pittori, anche chi fa il cartongesso per poter reperire le tute protettive – spiega Sara Masetti – il messaggio ha iniziato a girare e molti si son resi disponibili a donare”. 

Da Costo Valtellina a Perledo, lavoratori autonomi, negozi ed imprese, in molti hanno risposto e Sara è riuscita a mettere insieme più di 300 tute, la prima volta. Grazie all’aiuto della protezione civile di Colico è stato possibile raggruppare tutto il materiale ed è stato donato a Lecco, insieme a molti rasoi elettrici per poter tagliare le barbe dei pazienti che rendevano impossibile l’utilizzo di cerotti sul viso. Alcuni materiali sono andati anche all’ospedale di Gravedona e alla croce rossa di Colico , come visiere e mascherine.

“Non riuscivo più a trovare chi mi desse i materiali gratuitamente allora ho chiesto a tutti i miei contatti se potevano donare 10 euro a testa – una cifra irrisoria spiega Masetti – e sono riuscita a raggiungere quasi 4.000 euro“. Una donazione per l’acquisto dei un macchinario per la disinfezione è già stata fatta alla cri Colico.

La ricerca di dispositivi per la protezione va avanti, tanto che è riuscita a contattare un azienda olandese che sarebbe disposta a spedire un grosso quantitativo di mascherine ffp2 e ffp3. “Raccolgo direttamente i soldi per poter poi donare il materiale in mano direttamente a chi serve” conclude.

Michela Riva