COLICO – Nel fine settimana del 23-24-25 ottobre la Sezione Valtellinese dell’Associazione Nazionale Artiglieri, che gestisce il Forte di Montecchio e annovera tra i soci molti “laghéè”, è stata molto impegnata in due eventi distinti, il primo “a casa”, il secondo in Francia. La Società Ticinese di Artiglieria ha raccolto l’invito di trascorrere alcuni giorni in provincia di Sondrio e Alto Lario, mentre una delegazione della Sezione si è recata in Francia, a Steinbrunn le Haut per commemorare i deportati italiani e romeni della prima guerra mondiale morti nel campo di prigionia situato nella località, che ai tempi del primo conflitto era territorio di pertinenza austro-ungarica e si chiamava “OberSteinbrunn”.

Nel campo di prigionia vennero deportati prigionieri Italiani e Romeni che vennero trattati senza alcun riguardo, al punto che non furono neppure identificati, senza un minimo di considerazione, usati per lavori pesanti morirono tutti di stenti e di freddo. Il 1 novembre 1918 fu posta una stele nei boschi oggetto di tale barbarie, e solo poche decine di anni or’sono la stessa fu trasferita in paese per permettere la giusta commemorazione dei caduti. Da allora, attraverso l’impegno del Commendator D’Agosto, reduce della seconda guerra mondiale, trasferito in Francia negli anni 50, ogni anno la stessa è oggetto di commemorazione da parte delle autorità francesi e dagli italiani presente in terra francese.

La vicenda che porta i ragazzi di ANArtI Valtellina a partecipare a questa iniziativa merita di essere menzionata: alcuni anni fa, una delegazione del Gruppo Sportivo si trovava nella regione per una competizione militare internazionale e incontra una comunità di italiani che, oltre ad accoglierli festosamente mostra loro il cimitero. Da qui l’idea dei ragazzi di dover onorare la memoria di questi poveri morti.

La Sezione ha pertanto coinvolto la Presidenza Nazionale e si è recata in Francia con il Gen. Ghezzi in rappresentanza della stessa. Tra le autorità presenti la signora Travagliati in nome del Console Generale Italiano in Francia, numerosi ufficiali dell’esercito francese, un reparto di pompieri e decine di bandiere di associazione e di reparto. Dopo aver sfilato come primi rappresentati italiani dietro le bandiere e il reparto di pompieri francesi ed aver assistito alla messa di suffragio, sono state posate le corone alla stele, in particolare quella italiana è stata posta in memoria di “tutti i caduti”, senza distinzione di nazionalità ed ideali.

Le autorità francesi si sono prodigate di ringraziamenti, nominando espressamente la Valtellina, rendendo merito alla sezione di essere attiva e sensibile alle iniziative che riportano la fratellanza e l’orgoglio di appartenenza a quegli ideali comuni in tutti i militari degli eserciti: onore, rispetto e fratellanza in armi.

Mentre una parte della Sezione era impegnata in Francia un’altra accoglieva gli amici della Società Ticinese d’Artiglieria e per fare ciò ha mostrato loro alcune tra le eccellenze culturali ed enogastronomiche della nostra terra: Il venerdì sera si sono aperte le danze con la visita al Centro del Bitto Storico a Gerola Alta, il sabato si sono tenute le visite ai forti di Colico e alla galleria da mina di Verceia, con degustazione a base di Bresaola Ferraro, vini Balgera e formaggi de “il ritrovino”. La serata è proseguita con il ricordo della figura di S. Barbara presso il tempietto votivo e la seguente cena tipica presso l’agriturismo Homo Selvadego. La domenica il gruppo si è trasferito in Valchiavenna, dove è stato visitato palazzo Vertemate, la galleria storica dei VVFF, la casa vinicola Prevostini con pranzo conclusivo presso il ristorante Crotasc. Anche stavolta gli artiglieri hanno dato prova che con il loro particolare modo di operare si possono conoscere allacciare numerosi contatti e relazioni con organizzazioni nazionali ed estere, spesso attraendo visitatori attraverso la loro singolare promozione del territorio. Sarebbe utile che enti locali e aziende del comparto turismo comprendessero l’utilità dell’associazione e la sostenessero, così come essi da anni fanno per Valtellina, Valchiavenna ed Alto Lario.