PERLEDO – Il piccolo museo di Perledo ha avviato un progetto per valorizzare la memoria collettiva e ricostruire la storia dell’ex Rifugio Albiga [foto in copertina e a fondo pagina], meta del fine settimana di perledesi e villeggianti, ma dal 1999 la struttura è adibita ad abitazione privata. In futuro forse una pubblicazione da lasciare ai posteri.

“L’idea è di non disperdere il patrimonio della memoria collettiva di Perledo e in generale della Val d’Esino – afferma Renato Ongania, alla guida del piccolo museo di Perledo (Perleidus) – una volta, soprattutto d’estate, si andava in Albiga”. Albiga è minuscola località montana che fa riferimento al monte Albiga, è immersa nel Parco della Grigna Settentrionale che copre un territorio di 5.000 ettari e si sviluppa attorno al massiccio delle Grigne, uno dei più noti gruppi montuosi della regione. Albiga si trova nei pressi della frazione Gisazio di Perledo ed è anche raggiungibile dalla SP65 all’altezza della località Agueglio, a circa 900 metri di altitudine. Il monte Albiga (917 m) è raggiungibile a piedi su un percorso abbastanza agevole mediante una mulattiera segmentata da tornanti che si snodano dalla frazione di Gisazio, oppure dall’eliporto di Bologna, altra frazione di Perledo. A Partire dagli anni Trenta del Novecento l’ex rifugio ha goduto di vasta popolarità per la straordinaria posizione a pochi chilometri da Varenna o Bellano.

“L’idea progettuale – continua Ongania – è di utilizzare la memoria collettiva, secondo l’accezione di Umberto Eco, per ricostruire la storia dell’Ex Rifugio Albiga, e tentare di nutrire la Comunità attraverso questo genere di vissuto condiviso. Abbiamo iniziato con un post sui Social e ha generato un interesse molto forte. Qualcuno ha già condiviso i propri ricordi di gite e di pranzi fatti in Albiga. Sappiamo che il luogo è stato molto frequentato sin dagli anni Trenta del Novecento dalle comunità di Perledo, Varenna e Esino Lario, ma cerchiamo evidenze più precise. L’interesse manifestato sui social è un bell’indicatore che ci sprona a continuare in questa direzione, vogliamo raccogliere altro materiale: aneddoti, ricordi, fotografie, testimonianze… cartoline.

“Eco ci ha spiegato che la memoria collettiva è entrata in crisi perché è entrato in crisi anche il gusto della memoria individuale. Lo vediamo nello smarrimento più totale nella tragedia che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina, sembriamo tutti troppo sorpresi di un’altra guerra. Mio prozio per esempio ha dovuto combattere in quegli spazi, nelle fila dell’esercito nazi-fascista, nel 1942 per poi morire nel gennaio del 1943 (disperso). Ma c’è di più, chi non ha approfondito i fatti della Seconda guerra mondiale probabilmente non è interessato a ricordare neppure quello che lui stesso ha fatto l’estate scorsa. Né a maggior ragione gli importa sapere quello che è accaduto ai suoi genitori o ai nonni. Su questo occorre invertire la direzione.

“La sfida di questo progetto è raccogliere i brandelli di memoria altrui e ricostruire un piano di ricordo condiviso sull’Albiga. Crediamo che sia un percorso utile per far crescere l’intera comunità della val d’Esino, renderla partecipe del proprio passato e in grado di progettare il proprio futuro. Generalmente coloro che conservano curiosità e hanno una propensione a coltivare la memoria, hanno anche fotografie che possono documentare ritrovi, gite, pranzi avvenuti proprio in Albiga, ciò rappresenta un giacimento di materiale enorme che supera di gran lunga quello che si può trovare in rete.

“A conclusione della ricerca, forse, saremo in grado di compilare un libretto sull’Albiga, e documentare come la Comunità abbia saputo convivere in maniera armoniosa nel secondo dopoguerra, costruirsi, restare unita e rigenerarsi grazia anche all’Ex Rifugio Albiga.

Per consultare la scheda del progetto museale:
https://www.wikiperledo.org/wiki/Ex_Rifugio_Albiga