Sulla vicenda della querela ricevuta, il sindaco manipola ancora una volta la realtà a proprio piacimento: non è vero che il giudice abbia risposto che “il fatto non sussiste“: il fatto c’è stato e nemmeno il giudice ha detto il contrario. Chi aveva visto la foto pubblicata dal sindaco aveva immediatamente capito come non si trattasse affatto dell’ufficio in Municipio che avevo appena lasciato, ma di un altro ufficio dove c’erano in bella mostra degli oggetti presi dagli armadi e buttati volutamente in disordine, e quindi come tutta la vicenda fosse una messinscena, risultata purtroppo la prima di una lunga serie. Si tratta quindi di una mistificazione della realtà con intenzioni diffamatorie, anche se dal punto di vista penale non è risultata sanzionabile.

La querela è l’unica possibilità concessa dalla legge per cercare di difendersi dalle diffamazioni ricevute, una reazione a cui siamo costretti dalle continue provocazioni che partono in modo gratuito dal sindaco, come mai era accaduto in passato. Ma non potrebbe semplicemente amministrare il paese come ha fatto chiunque l’abbia preceduto?

È facilmente dimostrabile come ci siamo sempre e soltanto limitati a rispondere alle provocazioni ricevute (e neanche a tutte!), e non il contrario. Una cosa ben diversa è invece il diritto di stimolare e criticare l’azione amministrativa quando riteniamo che possa essere migliorata, un diritto che continueremo ad esercitare in quanto viviamo fortunatamente in una democrazia. È un diritto che da sempre è prerogativa delle minoranze ma che evidentemente ora dà fastidio, e contro il quale vengono usati argomenti che non c’entrano nulla con le questioni che solleviamo di volta in volta, ma servono solo a cercare di offenderci, screditarci ed intimidirci, nella speranza (vana) di metterci a tacere. È vietato disturbare il manovratore è un ordine che deve andare bene solo nei confronti di chi guida un autobus…

La dialettica politica potrà essere aspra quanto si vuole ma dovrebbe sempre essere leale: assistiamo invece alla sistematica falsificazione della realtà, a cui purtroppo siamo ormai abituati dalla politica nazionale, ma che a livello locale è una (brutta) novità che ha caratterizzato quest’ultimo anno, per una scelta non certo nostra.

Ma alla fine questa querela (e fortunatamente non ne avevo mai fatte né ricevute in vita mia) ha avuto comunque una sua utilità, in quanto nella relativa documentazione che ne è seguita mi ha fatto scoprire, in modo del tutto legittimo, i contenuti del casellario giudiziario (cioè l’elenco delle condanne penali riportate) dell’attuale sindaco.

Io vado fiero del fatto che il mio sia immacolato.

Davide Vassena

 

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