PERLEDO – La Commissione Europea ha risposto ufficialmente all’istanza presentata dal Comitato Alberto, rappresentato da Renato Ongania, in merito alle difficoltà riscontrate nell’accesso ai dati telefonici nei casi di persone scomparse, a cominciare dal caso che ha riguardato Alberto Ongania (scomparso a novembre 2022, il cui corpo è stato ritrovato il 12 dicembre con accanto il telefono cellulare). Una questione delicata che tocca il confine tra diritto alla privacy e diritto alla vita.
La richiesta, inviata il 21 marzo scorso a Bruxelles, segnalava l’urgenza di rivedere alcuni aspetti del quadro normativo europeo – in particolare la Direttiva 2002/58/CE, nota come “ePrivacy Directive” – che oggi, in nome della riservatezza, può ostacolare l’intervento tempestivo delle autorità nelle indagini su persone scomparse, come peraltro messo “nero su bianco” dal Ministro Nordio in risposta al deputato Benzoni, interpellante sul caso di Alberto Ongania.
Nella lettera firmata dal Capo Unità “Data Policy and Innovation” della Direzione Generale Reti di Comunicazione, Contenuti e Tecnologie, la Commissione ribadisce il proprio impegno a garantire un equilibrio tra la protezione dei dati e l’accesso sicuro alle informazioni. Tuttavia, chiarisce che le eccezioni alla regola del consenso (art. 15) – ad esempio nei casi di indagini o sicurezza pubblica – devono essere attuate dai singoli Stati membri attraverso leggi nazionali.
La Commissione informa inoltre che nel Programma di Lavoro 2025 è previsto il ritiro della proposta di regolamento per una nuova ePrivacy, finora bloccata, con l’obiettivo di riconsiderare l’intero impianto normativo alla luce delle attuali tecnologie e dei bisogni sociali.
“È un primo passo importante – ha commentato Ongania – e colgo l’occasione per ringraziare l’Associazione Penelope con cui siedo nella Consulta nazionale del Commissario Straordinario per la Ricerca di Persone Scomparse a Roma al Ministero dell’Interno, perché i referenti di Penelope ci hanno fornito una varietà di case history di persone scomparse per le quali non è stato possibile accedere ai dati telefonici potenzialmente utili per il loro ritrovamento. La Commissione nella risposta all’istanza del Comitato Alberto ha riconosciuto la questione e si apre al dialogo. Ora serve orientare tutti a una soluzione di buon senso: la tutela della vita e della dignità umana deve poter coesistere con il diritto alla riservatezza, e avere un primato valoriale”.
La Commissione chiarisce che l’accesso ai dati, anche in contesti delicati come la scomparsa di persone, è regolato da norme nazionali, in conformità all’art. 15 della Direttiva, che consente restrizioni mirate per finalità di sicurezza o giustizia, purché necessarie, appropriate e proporzionate.
“La responsabilità di attuare ed eventualmente riformare le normative in materia è in capo alle autorità nazionali – chiarisce la Commissione – tuttavia il tema sarà riesaminato nel quadro del futuro delle politiche europee sulla privacy digitale”.
“Il Comitato Alberto, nel prendere atto della risposta – prosegue Ongania – continuerà il dialogo con le istituzioni europee e nazionali affinché venga trovata una soluzione di buon senso, capace di coniugare tutela della privacy e diritto alla verità e alla giustizia per i familiari delle persone scomparse. Chiederemo alla Commissione anche di chiarire ai vari ministri della Giustizia dei Paesi UE – afferma Renato Ongania – che possono e dovrebbero attivarsi per agevolare tentativi di riforma delle legislazioni nazionali, e mai ridurre la propria responsabilità a un ufficio di ‘presa d’atto’, o peggio, a giustificazioni che sanno di retorica inaccettabile (che abbiamo sentito troppe volte), a titolo d’esempio ‘l’Europa non lo permette’, oppure ‘le direttive UE non permettono deroghe unilaterali’. Nulla di più falso. Certo, occorre lavoro, buona volontà e coordinazione tra legislativo ed esecutivo, ma le eccezioni unilaterali sono previste dalla normativa stessa. La Commissione ci sta dicendo che le eccezioni sono in capo ai singoli stati”.
Una questione, questa, che riguarda l’umanità prima ancora del diritto, e della politica, e che chiama in causa la capacità delle istituzioni di ascoltare e agire.
Il dialogo tra il Comitato Alberto e Bruxelles continuerà, con l’obiettivo di trovare strumenti giuridici che, senza intaccare la privacy, consentano di agire con tempestività in caso di scomparsa di una persona, soprattutto nei casi in cui è in pericolo la sua incolumità.
“Gli occhi puntati sono ora sulla nostra Camera dei Deputati – conclude Ongania – il calendario prevede la trattazione della proposta di legge 1074 Bagnai e altri, il prossimo 22 aprile”.
La risposta della Commissione Europea:
Dear Dr Ongania,
Thank you for communication dated 21st March on behalf of Comitato Alberto to file a complaint concerning the current EU regulatory framework and its impact on accessing telephone data in cases of missing persons.
The European Commission remains committed to ensuring a high level of privacy protection and access to data. In this light, Directive 2002/58/EC (‘ePrivacy Directive’) protects the confidentiality of communications and the terminal equipment of the user (i.e. computer or smartphone), in particular, the storing of information or the accessing of information already stored in a user’s terminal equipment.
Article 5(1) of the Directive states that Member States have the obligation to ensure the confidentiality of communications and related traffic data through national legislation and prohibit listening, tapping, storage or other kinds of interception or surveillance of communications by people outside of the relevant user, without their consent. The exceptions to this, as listed under with Article 15(1), may include national measures that restrict scope of these obligations where necessary, appropriate and proportionate for matters such as investigation, detection and prosecution of criminal matters. The enforcement of the rules stemming from the ePrivacy Directive in individual cases therefore lies primarily with the competent national authorities and courts. Any suspected violations of these national provisions should therefore be raised with those authorities.
We welcome your comments and suggestions for the impact that the relevant EU legal framework has on law enforcement and access to information. In this light, the Commission’s Work Programme for 2025, the Commission is planning on withdrawing the proposal for a Regulation on Privacy and Electronic Communications. The Commission will therefore reflect on the way forward in relation to ePrivacy, taking account of the current technical landscape and broader EU legislative framework.
Please be informed that the Commission remains committed to ensuring a balanced regulatory framework that respects the privacy of individuals and ensures secure and complaint access to information.
Yours sincerely,
Björn Juretzki
Head of Unit G1 “Data Policy and Innovation”
DG for Communications Networks, Content and Technology