COLICO – Forte Montecchio di Colico celebra l’anniversario dell’inizio della Prima guerra mondiale con uno spettacolo teatrale tratto dai diari di uno dei Ragazzi del ’99, Vincenzo Rabito partito da Ragusa per combattere la Grande Guerra, un modo singolare di ricordare l’inizio del conflitto raccontandolo con gli occhi di chi lo ha subito.

In scena l’attore Stefano Panzeri che propone “Terra matta” domenica 24 maggio alle ore 19.45 nel suggestivo piazzale d’armi del forte militare di Colico. L’iniziativa, promossa dal Museo della Guerra Bianca in collaborazione con la Pro Loco, vuole commemorare la Prima guerra mondiale dando spunti di riflessione su che cosa ha rappresentato quella terribile tragedia che per l’Italia è iniziata cent’anni fa, il 24 maggio 1915. Lo spettacolo, dalla durata di circa un’ora, è molto interessante. Il biglietto di ingresso è di 8 euro ed è possibile prenotare allo 0341-940322. In caso di maltempo lo spettacolo sarà messo in scena all’interno del Forte.

“Abbiamo voluto proporre questo spettacolo – spiega Stefano Cassinelli, direttore responsabile del Forte – per commemorare il centenario in un modo diverso rispetto ai soliti discorsi. A parlare di che cosa è la guerra, del dramma, delle paure e dell’insensatezza è, con la voce dell’attore Stefano Panzeri, un giovane soldato siciliano, Vincenzo Rabito che a 18 anni, si è trovato catapultato in qualcosa che non era nemmeno in grado di capire. La sua lettura semplice degli eventi bellici, tra episodi drammatici e fatti divertenti, dice tutto sulla guerra e senza discorsi retorici fa capire l’inutile necessità di mandare a morire milioni di persone. Portare questo spettacolo, così toccante e propedeutico alla riflessione, a Forte Montecchio è un omaggio a tutti quei soldati che hanno vissuto la guerra”.

“La storia di Vincenzo – spiega l’attore Stefano Panzeri – affascina chiunque abbia la pazienza di resistere allo shock del lessico e della grammatica strana, restituendo la sensazione di vivere il “dietro le quinte” di avvenimenti che segnano con la loro importanza la nostra storia, ma che proprio per la loro grandezza, spesso vediamo come lontani, isolati in un tempo che non è più, che non ci apparitene.  Vincenzo non solo ti cattura con la bellezza della sua storia, ma arriva a sfidarti con le sue parole e la sua “presenza” e con racconti straordinariamente avvincenti in cui si ride e ci si commuove. Vincenzo ti regala immagini vive e già teatrali sulla carta e ti mostra, con franca saggezza popolare, l’essenza dell’italiano, il suo rapporto con lo Stato e con il bene comune, quel misto di eroismo e menefreghismo che ci contraddistingue spesso ancora come popolo”.