COLICO – A Colico si accende il dibattito sull’ipotesi di separazione dalla provincia di Lecco per passare sotto quella di Sondrio. Ieri, i consiglieri comunali di minoranza hanno duramente contestato le modalità organizzative dell’audizione pubblica prevista in Consiglio comunale, giudicando le regole imposte “umilianti” per il ruolo dei consiglieri e lesive della democrazia.

La polemica nasce dalla comunicazione ricevuta via PEC sulle modalità dell’audizione: al Comitato Pro Sondrio, promotore del passaggio, sono stati concessi 90 minuti di presentazione più 30 minuti di replica, mentre ai consiglieri comunali è stato assegnato un solo intervento di 3 minuti ciascuno, senza possibilità di contraddittorio. Secondo i consiglieri Grega, Venini e Paroli, questa disparità limita la possibilità di espressione e viola il regolamento consiliare. Per poter argomentare almeno parzialmente la loro posizione, i tre hanno deciso di unire i rispettivi tempi per un totale di 9 minuti.

Nel merito, i consiglieri di minoranza contestano anche i dati e i confronti proposti dal Comitato Pro Sondrio, giudicandoli “inesatti e parziali”. In particolare, evidenziano che il paragone tra il turismo nelle due province è fuorviante, perché Sondrio gestisce direttamente le risorse turistiche mentre Lecco si affida alla Camera di Commercio Como-Lecco, e che l’anno 2023, preso come riferimento, risulta anomalo per via dei fondi olimpici già stanziati. Sottolineano inoltre che Colico perderebbe il valore internazionale del marchio “Lago di Como” in favore di quello, meno noto, della Valtellina.

Anche sul fronte sicurezza, i consiglieri rilevano che il rapporto agenti-abitanti, unico dato positivo per Sondrio, non tiene conto dell’estensione territoriale, dei confini internazionali e dei servizi specifici come quelli sulle piste da sci. Per quanto riguarda bollette dell’acqua e gestione rifiuti, le differenze tra le due province sarebbero minime o addirittura a favore di Lecco, che vanta una utility premiata a livello nazionale. Sullo stato delle scuole e delle infrastrutture stradali, i consiglieri negano qualsiasi superiorità della provincia di Sondrio, ricordando invece i recenti investimenti sull’istituto Marco Polo di Colico e la situazione critica della viabilità valtellinese.

I consiglieri ricordano che le risorse aggiuntive destinate a Sondrio derivano dalla sua specificità montana e servono a colmare gap strutturali, non a garantire vantaggi. Anche il presidente della provincia di Sondrio, sottolineano, ha recentemente lamentato la scarsità di fondi rispetto ai bisogni reali del territorio.

La minoranza accusa infine l’amministrazione comunale di “malcelata sudditanza” verso i promotori del passaggio e di negare ai cittadini la possibilità di esprimersi con un referendum, unico strumento che garantirebbe libertà di scelta. Viene inoltre ricordata la netta contrarietà della provincia di Lecco, sancita da un ordine del giorno votato all’unanimità da tutto il Consiglio provinciale e sostenuto da ex presidenti di ogni schieramento politico.

La vicenda resta aperta, con la richiesta di un confronto più equilibrato e trasparente e la rivendicazione, da parte dei consiglieri, di un percorso decisionale realmente partecipato dalla cittadinanza.