COLICO – Ennesimo consiglio comunale “bollente” a Colico, incentrato sul tema della scissione della cittadina dalla Provincia di lecco per passare armi e bagagli in Valtellina. Progetto fortemente voluto da una lobby imprenditoriale e sostenuto da una fetta della politica locale che cerca visibilità e spazi uscendo da un territorio dove evidentemente non riesce ad averne abbastanza.

Tema, ancora una volta il referendum consultivo richiesto dalle opposizioni e (malgrado i tentativi di negare i fatti) avversato dal governo colichese, col supporto tecnico della segretaria comunale.

I TEMPI
Sempre più importanti le date. Mentre recentemente la Regione ha emendato una propria norma “aprendo” alla possibilità di consultazioni locali sulla collocazione provinciale dei singoli Comuni, la giunta Gilardi punta la barra verso il 31 luglio quando, dice, delibererà sul passaggio con Sondrio. E il 28 maggio scorso la sindaca ha posto un quesito al Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, relativamente alla possibilità di indire un referendum sul cambio di provincia – in quanto ritiene che questo non sia di competenza locale, nonostante la Legge Regionale 7 del 2025 lo preveda. Il gruppo Più comunità ha protocollato una richiesta di rettifica del quesito che, “così come è presentato, omette di dire che il consiglio comunale è intenzionato a deliberare e sul cambio di provincia, riconoscendo quindi il comune come unico soggetto competente ad avviare il procedimento”.

LA DIFESA
Monica Gilardi ha risposto in aula: “Il parere che l’amministrazione ha chiesto al Ministero è sulla base di un parere tecnico del segretario comunale e quindi non necessita di ulteriori integrazioni, se non direttamente dal segretario stesso la dove ritenesse di dover ulteriormente chiedere approfondimenti al Ministero”.

Le ha fatto eco il baldanzoso vice Ielardi, con parole “oscure”, delle quali daremo conto più ampiamente in un secondo servizio: “Io in questi anni ho sempre valutato le cose nel merito, però prendo atto stasera che purtroppo la politica è spesso frequentata da individui che senza questo piccolo palco sarebbero privi di qualsiasi ruolo o identità, omini piccoli, invidiosi, frustrati che passano la vita a spalare fango sugli altri nella speranza di ottenere un po’ di luce riflessa, gente che non ha mai prodotto nulla, che vive di rancore e insinuazioni, spesso professionalmente umanamente poco facente, per molti di loro la la politica e l’unica forma di sostentamento e per non perdere sono disposti a tutto: veleni, insinuazioni, attacchi codardi e personali“. parole che sembrano andare ben oltre le questioni colichesi e per le quali certi uffici a Lecco sembrano ora sentirsi chiamare in causa.

Intanto emerge che sul famoso quesito della sindaca, a oggi il Ministero non si è ancora espresso, nonostante sia stato sollecitato “e nell’ultima telefonata – afferma Gilardi – ha risposto che darà un riscontro a breve, compatibilmente con i tempi del Ministero, però ha aperto l’istruttoria. Per cui io in questo momento chiedo al consiglio comunale di porre ai voti il rinvio della proposta così come depositata dai gruppi consiliari. di minoranza. Non abbiamo mai detto no al referendum – ribadisce la prima cittadina -, abbiamo sempre detto e lo sosteniamo fortemente ed è il motivo per cui abbiamo inoltrato un quesito specifico al Ministero, che questo referendum per la materia non è di competenza esclusiva del consiglio comunale”.

Replica la consigliera di opposizione Silvia Paroli: “Comunque, adesso fuori da ogni dubbio oltre alla legge regionale abbiamo anche il parere tecnico e il parere contabile, favorevoli. Quindi, a maggior ragione si può deliberare e si può deliberare a favore del referendum, perché se a questo punto non si indice un referendum, non è più una questione di potere o non potere, ma è una questione di volontà, perché ora tutto è chiarissimo che si può, assolutamente. Non c’è nessuna urgenza per cambiare provincia. Quindi, perché dobbiamo deliberare tra un mese (il 31 luglio è praticamente tra un mese) di cambiare provincia?”. Opposizioni dunque contrarie al rinvio poiché si pospone la decisione sul referendum, ma non la data del 31 luglio per deliberare sul cambio di Provincia.

Prima del voto del consiglio che respingerà le richieste della minoranza, interviene la segretaria comunale Valentina De Amicis: “Io tecnicamente ho dato un parere e il parere è che la modifica della circoscrizione provinciale è di competenza esclusiva statale – perché il provvedimento finale viene adottato dallo Stato, con legge statale”.

Intanto i foglietti del calendario si staccano velocemente, in vista del famoso 31 luglio. Mentre una data per il benedetto referendum, a oggi non c’è.

RedPol