COLICO – Mentre si discute sempre più che animatamente sul paventato cambio di provincia (da Lecco alla Valtellina) voluto da una lobby politico-imprenditoriale e l’amministrazione comunale colichese si segnala per il suo “non procedere” in direzione di un possibile referendum per quanto solo consultivo su questa sorta di secessione, Lario News ha indagato – scoprendo due realtà di una certa dimensione che un voto per decidere, in materia, hanno almeno provato a indirlo.

Si tratta di Comacchio, circa 22mila abitanti, nel Delta emiliano del Po e la cittadina laziale di Bracciano – che di residenti ne ha oltre 18mila. Entrambi municipi che hanno affrontato il tema del passaggio da una provincia a un’altra. Il primo intendeva “trasferirsi” da Ferrara a Ravenna, e nella consultazione andata in scena nel 2013 ha registrato l’88,82% di sì.

Diversa la situazione di Bracciano, dove il referendum contro l’annessione alla Città Metropolitana di Roma non si è tenuto, non essendo stato raggiunto il numero di firme necessario, ma la procedura era stata comunque aperta. A differenza di Colico, la cui amministrazione comunale pare fare di tutto per “resistere” alla sola ipotesi di svolgere un voto pur se puramente indicativo a proposito della volontà dei suoi cittadini di spostarsi o meno dal Lecchese alla provincia di Sondrio.

Gli esempi succitati servono a evidenziare come sì, “volendolo” un referendum in materia si possa tenere. 

Ma se si vuole, appunto.

LN