DERVIO – “Il Tar respinge completamente il ricorso presentato dalla minoranza sullo Statuto comunale, demolisce ogni accusa dell’opposizione sull’accesso agli atti e condanna i consiglieri comunali di minoranza a pagare oltre 7.000 euro per “la refusione delle spese di lite a favore del Comune di Dervio” ed evidenzia il comportamento del gruppo di minoranza”. Gongola il sindaco Stefano Cassinelli nel riportare passaggi della sentenza: “Alcune istanze di accesso sono state trasmesse dai consiglieri in maniera confusionaria, con richiesta di documenti erroneamente indicati o addirittura inesistenti e con trasmissione a settori non competenti e altre istanze riguardavano documenti già consegnati ai consiglieri”.

E aggiunge: “Il gruppo di minoranza “Chiaramente Dervio”, con i consiglieri Luisa Ongaro, Luigi Giordano, Flavio Cipelli e Davide Mevi ha raccontato, mille volte, la favoletta che non c’è democrazia a Dervio, che non possono accedere agli atti, che hanno il bavaglio. Lo hanno raccontato talmente tante volte che alla fine se ne sono convinti anche loro tanto da tentare il colpo grosso e sperare in una sentenza che trasformasse in verità le bugie. Peccato che la sentenza del Tar demolisce completamente ogni tesi della minoranza e in più parti addirittura critica apertamente la sciatteria con cui il gruppo “Chiaramente Dervio” opera creando disturbo all’attività dell’Ente. Ma su questo entreremo nel dettaglio con delle puntate successive. Oggi invece dobbiamo sottolineare solo che il Tar ha respinto il ricorso contro il regolamento comunale e “condanna la parte ricorrente (gruppo “Chiaramente”) alla refusione delle spese di lite a favore del Comune di Dervio, che liquida in 5.000 euro oltre accessori di legge” (totale 7.200 euro). La minoranza chiedeva “l’annullamento integrale” del regolamento del funzionamento del Consiglio comunale , in subordine chiedeva “l’annullamento parziale” solo per alcuni punti sostenendo che “non rispetterebbe la legge e le prerogative della minoranza”. Il risultato è che il Tar ha invece stabilito che tutto il regolamento è legittimo e che tutte le prerogative di accesso agli atti sono rispettate. Inoltre il Tar stabilisce che “l’Amministrazione ha dimostrato di aver riscontrato tutte le istanze di accesso…in molti casi le istanze, nonostante la mole di documenti richiesti, sono addirittura state riscontrate lo stesso giorno”(Invece dei 30 giorni a disposizione per legge)”.

Ancora Cassinelli rileva come “Una prima analisi politica in punti ci dice che:
· La minoranza cercava una legittimazione attraverso la Magistratura e ha ottenuto l’esatto contrario ovvero una severa critica per il suo comportamento che va contro gli interessi pubblici e la dimostrazione che hanno mentito sulla gestione amministrativa del Comune.

· La minoranza fa spendere soldi a tutti i cittadini (perché il Comune ha dovuto pagare un legale) per cercare attraverso la Magistratura di sopperire alla carenza di capacità politiche e amministrative che li caratterizza.

· Si dimostra inequivocabilmente, lo stabilisce la Magistratura, che l’Amministrazione comunale ha rispettato tutte le norme e addirittura viene elogiata per la celerità delle risposte. Questo demolisce la favoletta che la minoranza non può operare e sancisce che l’opposizione si accanisce su cose inesistenti.

· Il Tar mette in evidenza anche che l’operato degli uffici comunali è ineccepibile al contrario dell’azione raffazzonata della minoranza che chiede documenti addirittura inesistenti”.

“Resta da chiedersi – conclude polemicamente Cassinelli – se i leoni da tastiera del gruppo “Chiaramente” riusciranno a rassegnarsi alla realtà stabilita da Tribunale, a cui chiedevano di delegittimare l’Amministrazione, e decideranno di iniziare a fare proposte costruttive e se avranno il coraggio, visto che è stato stabilito chi è nel torto, di cercare di lavorare con la maggioranza per il bene del paese o se vorranno continuare a cercare di affossare la crescita della nostra comunità”.

RedPol