DERVIO – Domenica 7 maggio, con una giornata di festa dedicata al borgo di Castello (in caso di maltempo verrà rinviata a data da destinarsi), la torre che da secoli domina Dervio tornerà protagonista in occasione della riapertura annuale al pubblico, il quale potrà visitarla e salire fino in cima per godere del panorama offerto da questo imponente belvedere, e verrà riaperta anche l’attigua chiesetta dedicata a San Leonardo, interessata anch’essa lo scorso anno da lavori di consolidamento e di restauro. La torre verrà riaperta in questa occasione al pubblico e poi sarà aperta fino alla fine di settembre a cura della Pro Loco, ogni sabato e domenica e su richiesta.
Il programma prevede alle 9.30 un corteo in costume con partenza dal municipio, alle 10.30 una prima esibizione sotto la torre del gruppo Sbandieratori e Musici di Primaluna. Dalle 12.30 verrà servito, a cura degli Alpini, il pranzo nelle tensostrutture allestite presso la piazzetta di Castello (info e prenotazioni in biblioteca entro venerdì 5). Alle 15 ci sarà un secondo corteo in costume con gli sbandieratori, sempre con partenza dalla piazza del municipio, seguito da una seconda esibizione sotto la torre, e la giornata verrà conclusa con il racconto storico del professor Roberto Pozzi alle 16.30. Dalle 15 verranno proposti giochi per i più piccoli. La torre verrà aperta dalle 10 alle 18 e poi tutti i sabati e domenica fino a fine settembre (e in altre date su richiesta) a cura della Pro Loco.
Funzionerà anche un bus navetta dalla piazza del Comune a curo dello Ski Team Derviese. L’Amministrazione Comunale e la biblioteca ringraziano per la collaborazione gli Alpini, il gruppo Lucia, Pro Loco e Ski Team oltre a tutti i volontari che permetteranno questa giornata di festa. In caso di maltempo la manifestazione verrà rinviata.
Per la torre di Castello è iniziata una seconda giovinezza grazie all’intervento di restauro che l’ha interessata lo scorso anno, il primo nella sua gloriosa e millenaria esistenza, che l’ha resa fruibile alla popolazione anche come belvedere. I lavori eseguiti dal Comune con fondi ottenuti da Fondazione Cariplo e Regione hanno reso accessibile ai visitatori l’interno della torre e ne permettono la risalita fino in cima, da dove si può ora godere una vista incomparabile sul lago e le montagne circostanti. Nata principalmente con funzioni di avvistamento dei nemici, la torre del castello è oggi di proprietà comunale.
L’intervento realizzato ha comportato l’installazione di una scala a chiocciola interna in metallo, invisibile dall’esterno, che porta fino in cima, dove è stato costituito un piano calpestabile da cui i visitatori potranno godere della vista sui quattro lati. La scala è composta da 101 gradini e si suddivide su quattro piani costituiti da pannelli in corten, una lega metallica dal caratteristico color ruggine, posizionati in corrispondenza delle aperture esistenti nelle mura e che potranno essere utilizzati anche per piccole mostre o altre iniziative, sebbene abbiano una superficie limitata. L’accesso alla scala avviene da un’apertura già esistente sul lato verso monte, utilizzata per entrare nel bacino dell’acquedotto che era stato costruito all’inizio del secolo scorso all’interno della torre, e che da qualche anno era stato dismesso dopo la realizzazione del nuovo bacino. Non ci sono stati altri interventi di tipo edilizio, in quanto la scala interna è stata ancorata attorno ad un enorme perno centrale, senza interessare le pareti che alla base sono spesse anche più di un metro. Sono stati inoltre realizzati interventi di consolidamento e restauro delle mura, ove necessari, e di ripulitura delle facciate esterne da tutti quei dettagli moderni (cavi ed altri oggetti) che nel tempo avevano alterato la struttura millenaria della torre.
Su uno sperone di roccia che domina la piana di Dervio, è ben visibile la torre del Castello di Orezia; sarebbe più esatto chiamarlo mastio, dato che la fortificazione attorno alla torre era data dalle mura degli edifici circostanti. La prima citazione risale al 1039-1040, quando il castello subì un lungo assedio ad opera di armati delle Tre Pievi lariane (Dongo, Gravedona e Sorico) insieme a cento uomini della Valtellina, che erano in lotta contro Milano. Non si conosce l’esatta origine del nome di Orezia e in documenti tra Trecento e Quattrocento si trovavano alcune varianti: orezia, oretia, horetia, holetie, olletia. È possibile azzardare l’ipotesi che il nome derivasse dalla presenza di piante di ulivo. Il luogo era legato alla famiglia Cattaneo-Paruzzi, come dimostra un atto di vendita del 1397 con cui un Giacomo Cattaneo del fu ser Anselmo cedeva alcune proprietà a Castello; i confinanti indicati erano solo Cattaneo o Paruzzi.
(da Statuto del Comune di Dervio. Anno 1389)