Davide Vassena

Nei giorni scorsi il gruppo di minoranza “Insieme per Dervio” ha inviato un’interrogazione alla Giunta sulla vicenda dell’edificio che fu di proprietà della signora Elide Bonazzola, di fianco al municipio, per l’acquisto del quale, meno di 4 mesi fa, il Consiglio Comunale ha deliberato l’acquisto per una spesa di oltre 242 mila euro, con l’intenzione di adibirlo, come diceva la delibera, “preferibilmente ad asilo nido (piano terra) ed altre destinazioni pubbliche”. Due anni fa il sindaco, in un video ampiamente pubblicizzato a Natale 2020, prometteva infatti di destinare tale comparto a “un asilo nido e una biblioteca nuova e moderna”. A tale promessa era seguito un silenzio lungo 2 anni, quando poi arrivò la notizia che lo Stato aveva erogato fondi per la costruzione di nuovi asili a centinaia di Comuni, tra cui Dervio, ma che l’asilo sarebbe stato costruito davanti all’ex distributore di benzina lungo la Provinciale. Scopriamo ora, sempre a cose fatte nello “stile” che caratterizza questa amministrazione, che la Giunta, dopo l’asilo, non intende costruirvi neanche la promessa nuova sede della biblioteca, perché ha deciso di abbattere tutto il fabbricato (costo 29 mila euro) e realizzare un parcheggio per 12 posti auto (costo 250 mila euro) per un totale di oltre 521 mila euro, pari a 44 mila euro per posto auto…

Il sindaco Stefano Cassinelli

Al di là di questi numeri che fanno già riflettere, e al fatto che nessuna di queste scelte sia stata approfondita dal Consiglio Comunale, e nemmeno da altri organi di partecipazione democratica come consulte o commissioni, risalta come al solito il metodo utilizzato dalla Giunta. Dopo aver promesso per due anni che l’edificio sarebbe stato utilizzato per destinazioni pubbliche, è stata cambiata diametralmente idea (come già successo in altre occasioni), e in pochi giorni la Giunta ha deliberato il 7 dicembre di demolire l’immobile e il 21 dicembre ha approvato il progetto di realizzazione di un parcheggio, salvo poi il 23 decidere di procedere a una gara (a cavallo delle festività natalizie) per affidare l’incarico di progettazione dello stesso intervento, procedura conclusa in tempi record già il 28 dicembre. Ci si chiede quindi perché affidare un progetto quando nelle delibere è scritto più volte che tale progetto esista già.

Il 2 gennaio è poi comparsa l’ordinanza del sindaco per imporre la demolizione dell’edificio, ovviamente giustificata da motivi di pericolosità che evidentemente venivano taciuti quando si prometteva ai Derviesi l’utilizzo come asilo nido e biblioteca, ma anche quando si consentiva l’accesso alla vicina palestra, da ieri interdetto da transenne, per la tombola natalizia e per il concerto dei cori, quando veniva organizzato il capodanno in piazza, a pochi metri di distanza con un via vai di persone dove ora viene impedito il passaggio, o anche solo nei 7 giorni intercorsi tra la relazione dell’ufficio tecnico sullo stato dell’immobile e la chiusura, avvenuta solo ieri, della via, molto utilizzata per gli spostamenti in centro paese…

Anche al più disincantato dei cittadini sorge il dubbio che tutti questi atti vengano utilizzati in modo strumentale.

Da questa vicenda emerge ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, la cifra di questa amministrazione: i continui voltafaccia sugli obiettivi, che dimostrano la mancanza di una programmazione chiara e che vengono spesso modificati senza passare dalle sedi istituzionali; la pervicace volontà di mettere i cittadini di fronte ai fatti compiuti; l’allergia a norme e procedure, utilizzate solo in base alla convenienza del momento.

In questo caso la norma che non è stata ancora rispettata è quella che prevede che gli edifici di proprietà pubblica con più di 70 anni vengano sottoposti alla procedura di verifica dell’eventuale interesse culturale espressamente prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tale attività, per ammissione stessa della Giunta, non è ancora neppure iniziata, e tra l’altro prevede, nei casi di demolizione senza autorizzazione della competente Soprintendenza, sanzioni anche penali.

A maggior ragione quindi ci chiediamo perché tanta fretta nel voler effettuare un intervento che è rimasto nel dimenticatoio per 2 anni esatti, per poi diventare urgente negli ultimi 20 giorni. Ironia della sorte, il Codice dei beni culturali e del paesaggio è la stessa legge che la Giunta ha utilizzato, in tale caso a sproposito, per giustificare il ticket di Corenno, mentre ora che andrebbe applicata viene bellamente ignorata.

A dimostrazione della gravità di quanto avviato dalla Giunta, la Soprintendenza ha oggi bloccato questa sconclusionata iniziativa comunale ristabilendo il rispetto della legge, esattamente come avevamo chiesto di fare alla Giunta stessa qualche giorno fa con la nostra interrogazione.

Insieme per Dervio
Gruppo di minoranza in Consiglio Comunale