L’AQUILA – L’Aquila nove anni dopo, il centro è abitato da gru e attività che riaprono, cantieri e luci che si riaccendono, palazzi nuovi di zecca e altri tuttora puntellati. In molti luoghi il tempo è ancora fermo al 2009, a quei mesi nei quali in molti anche dal lecchese si strinsero attorno alla città del Gran Sasso. Altrove è tornata invece la normalità.

L’immagine più rappresentativa – racconta Il Capoluogo – è quella di corso Umberto dove sulla stessa via si affaccia la ricostruzione pubblica e quella privata. Da una parte il Convitto, ancora fermo a quella notte, di fronte palazzi rimessi a nuovo e popolati da gioiellerie, boutique e locali.

“L’aggregato del Convitto nazionale e della biblioteca provinciale, sotto i portici del liceo Classico, e ancora la scuola De Amicis, grandi quartieri come quello di San Pietro sono l’esempio di una ricostruzione che arranca, ferma spesso ancora nella prima fase, quella dei puntellamenti. Dopo un decennio si spera ancora in appalti pubblici più veloci, una sterzata che, per L’Aquila, potrebbe significare lo sblocco di decine di cantieri fermi per i quali non è stata avviata neppure la progettazione”.

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