L’anima perduta
L’anima è perduta perché si è abituata.
Abituata al male, al brutto, all’osceno, alla stupidità, alla volgarità, alla maleducazione, all’ingiustizia, alla violenza, alla disonestà premiata, alla prevaricazione e alla prepotenza arrogante, alla corruzione, al potere dei soldi, alla logica del profitto.
Abituata alla perdita di libertà, di dignità, di civiltà.
Abituata alla tranquilla frescura dell’ombra, all’immeschinimento progressivo, alla scomparsa del sentimento morale, alla perdita di valori, di ideali, di principi, di fede, alla mancanza di rispetto e gratitudine, alla confusione tra diritti e doveri, propri e altrui, alla sostituzione dell’essenziale con il superfluo, alla cancellazione dei meriti associata al degrado difficilmente recuperabile della scuola, all’ingigantirsi di burocrazie sempre più assurde ed oppressive, al rimpiazzo della semplicità con la complessità complicata solo per confondere, controllare e dominare, agli eccessi di un pensiero utilitaristico, all’inettitudine e all’inefficienza delle istituzioni.
L’anima abituata è vuota, triste, annoiata, infiacchita e assopita, in apparenza appagata, sola, senza contatti, senza passioni, senza interessi, senza avventure, senza sogni, senza memoria e senza futuro, insensibile e indifferente a tutto e a tutti.
L’anima abituata è l’anima senza amore.
L’anima abituata detesta il silenzio ma non ama la musica, sente ma non ascolta, guarda per guardare ma non vede perché non sa vedere, non desidera perché non ha niente da desiderare, non si emoziona, non si commuove, non si stupisce, non sorride e non piange, non reagisce, non aspetta perché non ha niente da aspettare, non cerca perché non ha niente da cercare, non si mette in cammino perché non ha una meta.

Ecco perché è un dovere, individuale e collettivo, intraprendere il viaggio-pellegrinaggio alla ricerca della propria anima perduta, possibile solo se si ha la coscienza, anche minima, della sua perdita.

Giorgio M. Baratelli – chirurgo senologo
Direttore Unità di Senologia Ospedale di Gravedona
Membro Comitato Scientifico Accademia di Senologia
“Umberto Veronesi”
Presidente LILT di Como

Nota
Ho elaborato queste riflessioni per chi mi ha chiesto “perché l’anima è perduta?”, quando ho scritto che “il viaggio è un pellegrinaggio alla ricerca della propria anima (perduta)”.

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IN COPERTINA
Caspar David Friedrich, “Monaco in riva al mare”, 1808-1810. Berlino, Alte Nationalgalerie.
Fu pittore di spicco del Romanticismo tedesco.
Nei suoi quadri appresentava la tensione umana verso il sublime e verso l’infinito.