Anche il governo esinese sembra diventare più instabile. Accompagna per solidarietà la disfatta della destra nelle grandi città?

Il “modello Esino”, raccontato dal sindaco in tanti consessi importanti, come uno strumento di rinascita per un piccolo Comune di montagna sembra non funzioni più, o forse non ha mai funzionato.

Le voci di popolo sono le più disparate, anche se “non dette”, fatte solo percepire indicano malessere e preoccupazioni. Vige il detto locale: mi so tutt, ma parlo mighe [io so tutto ma non parlo].

Forse l’interrogazione consiliare regionale e quanto ne è derivato nei successivi interventi, nata sull’affare Montanina, ha messo in evidenza ben altre preoccupazioni, ma è anche curioso osservare che un primo cittadino, salito alla cronache nel suo primo mandato amministrativo abbia eletto, come imprenditore, il suo domicilio in una località montana denominata Boldasca, raggiungibile solo a piedi da un eventuale postino dotato di scarponcini ai piedi. Nei comunicati circolati dal servizio di comunicazione istituzionale di whatsapp si parla del venire meno della fiducia, da parte di chi? E quali sono le ragioni? Non certo eventuali rapporti burrascosi tra le parti: anche questi sarebbero solo un effetto ma non la causa.

Quello che è certo che al governo del paese c’è un sindaco, imprenditore di Busto Arsizio e vicesindaco un apicultore di Usmate.

Alla mancanza dell’opposizione si è aggiunta anche una governance del comune a totale maggioranza esterna.

Che nel ridente paese ai piedi della Grigna Settentrionale non sia più rimasto alcun cittadino disposto ad occuparsi dell’amministrazione della cosa pubblica?

il Lasco