LECCO/COMO- Ci sono anche la Capra di Livo, la Verzaschese e la Pecora Brianzola tra le razze lombarde da tutelare perché a rischio estinzione. Autentiche eccellenze rare della zootecnia lombarda, il cui futuro è affidato al lavoro e all’impegno quotidiano degli allevatori che operano sulle montagne lariane e del settentrione lombardo” come rimarca Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, alla vigilia della giornata di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali che si celebra domani 17 gennaio.

“Una tradizione popolare e secolare che vede anche nelle due province del territorio lariano parrocchie di campagna e città prese d’assalto per la benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio”.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti lariana – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali.

In Lombardia – chiarisce la Coldiretti – sono diverse le razze minacciate di estinzione: un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia come la Varzese, unica razza bovina autoctona della regione diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero. Tra i bovini a rischio ci sono poi la Cabannina, dalla particolare riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino a 650 chili.

A queste si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola. Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente ancora nella vicina provincia di Como.

“Gli animali custoditi negli allevamenti lariani – conclude Trezzi – vanno tutelati e protetti anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio”.