VAL VARRONE – Il 22 ottobre con la chiamata alle urne per il referendum regionale i cittadini della Val Varrone si esprimeranno anche sulla fusione dei loro Comuni in una unica entità amministrativa.  Tremenico, Introzzo e Vestreno, dopo aver precorso i tempi riunendosi tra i primi in Italia in una Unione dei Comuni, tra venti giorni potrebbero portare a termine un percorso di avvicinamento su cui si è lavorato per anni.

E se sulla convocazione regionali tutte le forze politiche sono concordi per il Sì, sulla fusione dei Comuni esce dal coro l’opinione della Lega nord. Da tempi non sospetti infatti i padani si sono pronunciati contro iniziative di unificazione tra Comuni, anche nel caso delle micro-entità come quelle della Val Varrone che, insieme, non raggiungerebbero nemmeno i 600 abitanti.

Più di una volta sono intervenuto sul tema fusione piccoli comuni, ma avvicinandosi la data del 22 ottobre ritengo di doverci ritornare. In questa data, in Valvarrone, si terra’ infatti, oltre al referendum per l’autonomia della regione Lombardia, il referendum per la fusione dei comuni di Vestreno, Tremenico e Introzzo in un unico comune, il cui nuovo nome previsto è “Valvarrone”.

Voglio ribadire la mia contrarieta’, nel rispetto ovviamente della scelta che i cittadini faranno, per più di un motivo. Innanzitutto vogliono farci credere che i piccoli comuni sono un costo e che solo con le fusioni si otterrebbero dei risparmi, ma sarebbe forse meglio ricordare a chi porta avanti queste tesi che sono questi tre comuni a mantenere e finanziare lo stato centrale e non viceversa: questi tre comuni che contano ca. 590 abitanti vantano addirittura un residuo fiscale di complessivi 3.200.000 euro ca. , soldi che ogni anno regalano allo stato centrale e non tornano più sul territorio. Il problema non viene quindi risolto fondendo i comuni, che potrebbero risparmiare ancora di più gestendo in unione sempre più servizi, ma votando il secondo referendum previsto nella stessa data del 22 ottobre, ovvero quello per l’autonomia della regione Lombardia.

Solo votando SI a questo referendum potremo dare il potere necessario al presidente Maroni per chiedere e pretendere da Roma che venga ristabilito un maggiore equilibrio lasciando più risorse sul territorio. Oggi la Lombardia regala annualmente 56 miliardi di euro al governo centrale. Mantenendo sul territorio anche solo il 50% di queste risorse economiche potremmo fare cose inimmaginabili, oltre che fondere i comuni!

Fondere i piccoli comuni significa cancellare una parte della nostra identità, della nostra storia, delle nostre tradizioni, non è certo il gonfalone il costo della politica… Chi porta avanti questi ragionamenti credo non ami fino in fondo il proprio comune (o non abbia ben capito il problema), il proprio territorio, le proprie tradizioni, le bellezze uniche che ogni comune riesce a produrre e conservare, diverse comune per comune.

Ribadisco che rispetto l’idea di ognuno, anche se oggi è molto condizionata da chi ha spinto per far credere e convincere che i singoli comuni non possono più andare avanti da soli. Al contrario, con tutte le tasse che paghiamo, dobbiamo pretendere di poter mantenere vivi i nostri piccoli comuni che conservano ognuno una propria storia e un valore unico.

Potessi votare in uno di questi tre comuni voterei NO per la FUSIONE e SI per l’AUTONOMIA DELLA REGIONE LOMBARDIA! Con più autonomia la fusione diventa addirittura inutile. Sembra se ne stia accorgendo anche il PD che dopo aver distrutto i comuni con tagli dell’80% sui trasferimenti approva ora in Senato una legge per salvaguardare i piccoli comuni, salvo poi metterci come risorse finanziarie un’elemosina di 1,4 euro all’anno per abitante!

E’ ora di rialzare la testa, basta subire le decisioni dall’alto contro di noi e contro il nostro territorio!
Il 22 ottobre un’occasione unica: VOTARE PER NOI STESSI, per il nostro futuro, per il futuro del nostro territorio!

Flavio Nogara
Il Segretario Provinciale di Lecco
Lega Nord – Lega Lombarda