MANDELLO DEL LARIO – Dopo tante stagioni trascorse nei dilettanti è giunta l’ora di confrontarsi con i big del pedale per il quasi 23enne (festeggerà l’evento il prossimo 14 gennaio) velocista mandellese Luca Colnaghi, all’esordio nei professionisti con la maglia della Bardiani CSF Faizanè.

Un percorso ricco di gioie, ma anche di ostacoli imprevisti – vedi il presunto caso di doping da cui Luca è uscito a testa alta, incontaminato – senza contare alcuni problemi fisici ormai messi fortunatamente alle spalle. Molti i successi ottenuti da dilettante, tra i più meritevoli il secondo posto nel 2016 al campionato italiano Allievi. Nel 2020 da sottolineare in grassetto le due tappe vinte al Giro d’Italia Under 23, il bronzo al campionato italiano, una seconda e una terza piazza al Tour De l’Avenir in suolo transalpino. Nell’anno che sta per terminare Colnaghi ha saputo omaggiarsi con altre due vittorie; quella conseguita al Giro del Veneto a far il paio con il successo arrivato a Lucca nel Memorial Mario Dinucci, per lui anche un argento al Trofeo Piva di Vicenza.

Questo tuttavia fa parte del passato. La stagione agonistica bussa alle porte, a fine gennaio il ragazzo è atteso al debutto nella lontana Argentina, sito in cui prenderà parte alla Vuelta di San Juan in calendario dal 30 gennaio al 6 febbraio, otto tappe utili a prendere confidenza con la fatica anche se Colnaghi simpaticamente obbietta: “Per la verità ho già svolto due settimane di allenamento a Bernidorm Paraiso in Spagna e l’11 di gennaio ci torneremo altri 15 giorni per completare la nostra preparazione. Abbiamo bisogno di fare tanta sella, trovare l’atteggiamento idoneo da portare in gara”.

Luca, difficile porsi obiettivi da esordiente?
“Diciamo che il 2022 mi servirà per maturare la dovuta esperienza nel mondo dei professionisti. In squadra ci sono tanti atleti esperti, tipo Modolo e Visconti da cui rubare i trucchi del mestiere. Da avversario avremo anche un tipetto sveglio come Peter Sagan, mica l’ultimo arrivato. Ribadisco un anno utile per imparare”.

Esiste un sogno nel cassetto, da poter svelare?
“Sì, sarebbe una gioia enorme poter disputare una classica prestigiosa come la Milano-Sanremo. Il giro d’Italia? Beh il massimo per un corridore italiano, ma dipende solo da me e dal rendimento che saprò dare alla squadra. Solo facendo bene nelle gare minori potrei guadagnarmi la chance di essere al via di manifestazioni di così alto livello”.

Un lavoro magari oscuro, ma renda servigio alla causa, esatto?
“Certo, io sono un velocista alle prime armi e dovrò essere bravo a seguire i dettami che mi verranno suggeriti. Saper insomma anche fare da treno per i big nell’ultimo chilometro, non so di preciso. Una cosa è sicura: sono a completa disposizione del team”.

E di questo Covid che inizia a preoccupare che dici?
“Giusta osservazione; noi atleti però rispetteremo alla lettera i protocolli vaccinandoci e se servisse effettuando i tamponi necessari. Logico bisogna restare in campana, ma credo o almeno mi auguro che lo sport, possa continuare nonostante tutto il suo cammino”.

In definitiva all’anno che sta arrivando non chiedi nulla di particolare a livello agonistico, se non una crescita sportiva…
“Giusto, ripeto e sottolineo quello detto precedentemente: una stagione che mi servirà ad accumulare esperienza, in vista di quelle successive. Oltre e mi pare scontato, a tanta salute per il sottoscritto ma anche per le persone care e per il mondo intero visto i tempi grami, che stiamo attraversando”.

Alessandro Montanelli