ABBADIA LARIANA – Cari Zampamici, oggi vi raccontiamo la bella storia di Emanuele Tavola, commerciante abbadiese che, di “mestiere”, fa il gattaro.
“Ciò significa esser disposti a tenere in stallo i gatti, curarli e socializzarli, proporli in adozione con tanto di visite pre e post affido – racconta il quarantasettenne -. L’attività di gattari consiste nel rendersi disponibili a tenere momentaneamente a casa i gatti abbandonati, incidentati o sottratti a maltrattamento, controllare tramite visita veterinaria che non abbiano problemi fisici, sterilizzarli, testarli Fiv-Felv se superiori ai 6 mesi d’età, vaccinarli e trattarli con antiparassitari”.
E, dopo aver accertato il loro stato di salute, si passa ad esaminarne il carattere. “Se un gatto è troppo timido o spaventato, occorre che, prima d’essere collocato, si abitui al contatto con le persone. Per far questo, sono indispensabili pazienza e tranquillità. Generalmente, anche gli esemplari più intimoriti, pian piano, si sciolgono ed è importante in questo frangente stare il più possibile a contatto con loro, accarezzarli, passargli la pappa, giocare e anche dormirci assieme, visto che gradiscono molto sdraiarsi sopra le persone”.
Una volta raggiunto questo traguardo, “Sani & socievoli”, arriva il momento di proporli in adozione: si prepara una scheda descrittiva con tanto di foto e si fa girare il tutto in Internet, nei social network o in siti che trattano animali. Oppure, ci si affida alla carta stampata o al passaparola. Bene, e quando arriva una proposta di adozione? “Innanzitutto, chiacchierata telefonica in modo da valutare se l’aspirante adottante ha i requisiti necessari. Quindi ci si incontra, o a casa dell’adottante (visita pre affido) o presso il luogo dove vengono tenuti in stallo i gatti. Se si sceglie quest’ultima opzione, e tutto va bene, il gatto viene poi portato direttamente presso l’abitazione dell’adottante, in modo da inserirlo in modo corretto e ridurre al minimo ogni fattore di rischio e, se i rischi non superano il livello di guardia, arriva il momento della collocazione. Seppur rodati da tanti anni da gattari, è sempre molto triste la separazione: ci si affeziona dopo averli curati ed educati e aver gradito un sacco la loro compagnia. In un certo senso, li si ritiene quasi nostri e, dandoli via, è come se tradissimo la loro fiducia”. Ma questi sono pensieri che non van fatti. “Se l’adottante è ok, e il posto pure, ci sono tutte le condizioni affinché il gatto possa vivere serenamente, lontano dai pericoli e amato. Eventuali visite post affido sono sempre molto gradite dai gattari, in quanto permettono loro di rivedere le loro creature. Considerando che le emergenze si susseguono a ritmo incalzante, e i gattari non son certo molti, è necessaria la collaborazione fra le varie associazioni animaliste, in modo che si riesca a far fronte tempestivamente ai casi più urgenti”.
Ultimo elemento: e le spese? Chi si fa carico del cibo e delle cure veterinarie? “I gattari, generalmente, sono anche generosi verso i loro amati felini. Se non ci arrivano con mercatini vari, lotterie, iniziative di raccolte fondi, calendari e panettoni, non indugiano a metter mano al loro portafoglio. In primis i gatti, ci mancherebbe altro!”.
Per chi fosse interessato ad accogliere in stallo un gatto o un cane, in attesa che trovi adozione, può contattare Emanuele, che sarà ben felice di darvi tutte le informazioni di cui necessitate.
Mano sul cuore, Zampamici!