COLICO – Domenica 10 febbraio la passeggiata tra natura e storia nella Riserva Naturale Pian di Spagna e lago Mezzola organizzata da Legambiente, CROS Varenna, WWF e ORMA, in occasione della Giornata mondiale delle zone umide del 2 febbraio.

Il percorso si è sviluppato dalla stazione di Dubino lungo la strada sterrata che attraversa la distesa di campi e prati interrotta da qualche albero isolato sfuggito alle motoseghe, poi con la guida come d’obbligo, nella zona di massima naturalità, sulla passerella dello stagno ghiacciato e verso la Mera fino al cippo che segnava, alla fine del ‘700, il confine tra la Repubblica delle Tre Leghe e il Ducato di Milano, infine ai muretti delle peschiere del Baletrone. Una bella esperienza, nonostante il cielo nuvoloso, purtroppo un poco guastata dalla consapevolezza delle minacce che sempre incombono sulla biodiversità e il paesaggio di questa Riserva Naturale e sull’autonomia della sua gestione.

Ci preoccupa il progetto di una passerella sull’Adda, capofila il Comune di Colico – commenta Costanza Panella in rappresentanza delle associazioni ambientaliste nella comunità della Riserva -, per cui sono stanziati fondi consistenti per collegare vie ciclopedonali prima che queste siano state realizzate o almeno puntualmente progettate. Debolezze e ritardi della gestione della Riserva si sposano con la superficialità, per non voler pensare all’arroganza, dei Comuni interessati all’opera, così che si lavora a un ponte ciclopedonale che punta al territorio della Riserva senza che il progetto preveda, insieme e in contemporanea, il collegamento con una viabilità che porti il traffico ciclopedonale veloce fuori dalle aree sensibili sia per la natura sia per l’agricoltura”.

“C’è poi il consumo di suolo – proseguono gli ambientalisti – e la pressione delle attività antropiche soprattutto nelle aree naturali. Nel giugno 2005, l’assemblea della Riserva, per proteggere le aree agricole dichiarandole inedificabili in attesa del nuovo Piano di gestione, votò una delibera che fu inviata per l’approvazione alla Regione dove andò persa. Il mistero della “delibera scomparsa” non è mai stato risolto. Nel 2012 le associazioni riunite sotto il nome Occhi sul Pian di Spagna hanno cercato di contrastare la costruzione di tre edifici ad uso magazzino in una zona ancora vergine della Riserva, non lontano dalla foce dell’Adda. Il progetto è stato ridimensionato, a seguito del parere della Soprintendenza, a soli due edifici. Il ricorso al TAR presentato dalle associazioni ambientaliste è stato respinto. Successivamente, contro il parere della Soprintendenza, ma grazie a quello favorevole del Comune di Gera Lario, parte dei magazzini sono stati adibiti ad abitazione”.

“Con la determina numero 13/2018 il Consiglio di Gestione, in attesa che si concludano le procedure per l’approvazione del nuovo Piano che sostituirà quello del ‘96, e accordandosi preventivamente con le autorità regionali, ha riproposto alcune norme le quali, pur con troppe, a nostro parere, concessioni e non cogliendo a pieno la proposta contenuta nel documento preliminare della Vas,  alvaguardano le aree agricole da un eccesso di edificazione. C’è un’azienda, però, che della sopraccitata delibera del Consiglio di Gestione non ha preso atto e non ha inviato, in merito, alcuna comunicazione alla Riserva per una nuova costruzione, così come il Comune di Gera, che ha rilasciato permesso di costruire un altro edificio vicino ai due precedenti. I lavori sono inizia, difficile aggiungere altre parole, le associazioni ambientaliste hanno segnalato il fatto ai carabinieri forestali. Non c’è pace per il Pian di Spagna”.