PERLEDO – L’antico ex oratorio di Perledo ha bisogno di cure e attenzioni immediate o si perderà per sempre una testimonianza importante della nostra religiosità.

Nel febbraio di due anni fa, accompagnando l’amico Giampietro Redaelli di Valmadrera, conosciuto soprattutto come sindaco di Morterone per longtemps ma anche come apprezzato amministratore in Comunità Montana Valsassina, sono salito fino ai ruderi dell’antico ex oratorio di Sant’Ambrogio ai monti, in quel di Perledo, attualmente accessibile solo attraverso un facile e ben individuato sentiero.

Redaelli per verificarne le condizioni di conservazione voleva fare un sopralluogo alla struttura del sacro edificio, senza tetto ma al centro di studi e ricerche in quanto sulla base della tradizione locale si ritiene che i terreni circostanti possano custodire resti archeologici che se individuati potrebbero venir valorizzati e messi a disposizione delle popolazioni locali diventando una meta e un significativo luogo visitabile anche dai turisti sempre numerosi sul Lago e in Val d’Esino in tutte le stagioni.

Essendo venuto a conoscenza che gli Enti locali più direttamente coinvolti sono interessati al recupero dell’edificio, situato su un dosso molto panoramico e suggestivo proprio di fronte al promontorio di Bellagio, mi chiedo cosa si aspetti a intervenire prima che gli eventi atmosferici e l’azione delle radici e dei rami degli alberi che lo circondano ma che sono cresciuti fin dentro l’antica e storica chiesetta la facciano definitivamente crollare, rendendo vano ogni speranza di recupero e riutilizzo anche con finalità culturali. In caso di crollo delle murature perimetrali le antiche pietre si disperderebbero nei boschi sottostanti portando con sé la loro storia e le altrettanto antiche devozioni delle popolazioni della Val d’Esino e sarebbe un vero Peccato

Come dicevo, il nostro primo sopralluogo risale a pochi giorni prima che scattasse il pandemico lockdown ma sono tornato altre volte da solo ma anche con l’amico e col passare del tempo la situazione descritta e illustrata dalle foto decisamente esemplificative del degrado in atto, non é certamente migliorata, anzi. Se l’Autorità locale é davvero intenzionata al suo recupero si impone a breve una prima messa in sicurezza della struttura esistente prima che crolli tutto quanto.

Sale pertanto la preoccupazione anche dell’Associazione filantropica e del volontariato del posto che sarebbero disponibili a collaborare al recupero di quelle antiche pietre e di quel che rappresentano, con l’augurio che non si perda altro tempo prezioso o sparirà anche quel che resta degli affreschi ancora visibili su abside e presbiterio, ormai già quasi del tutto crollati.

Claudio Baruffaldi