DERVIO – Nonostante la devastazione la passione per l’agone non è scemata. Sabato, nel primo giorno di apertura, già molti pescatori amatoriali si sono arrampicati come funamboli sui loro cavalletti, armati delle loro canne con la tipica montatura a cinque mosche.

I caratteristici manufatti di legno che permettono ai pescatori di addentrarsi più avanti nel lago sono stati danneggiati o sommersi dalla piena. Si teme inoltre che quando il lago si ritirerà le uova, deposte ed inseminate nelle settimane scorse, nel periodo nominato “frega“, possano rimanere all’asciutto. Se ciò avvenisse le uova e gli avannotti morirebbero, causando danni all’ecosistema e al mercato ittico.

L’agone lariano è ritenuto il più raffinato essendo dotato di carne magra, dunque adatta all’essiccazione attraverso la quale si produce uno dei piatti più famosi, il missultin.

Nelle prossime settimane soprattutto nei borghi antichi come Corenno Plinio si potranno ammirare gli agoni messi ad essiccare al sole.

Michela Riva