ABBADIA LARIANA – Tirava aria di Brescello e dei mitici personaggi di Guareschi ad Abbadia, con un don Camillo interpretato dal locale don Fabio Molteni – il quale, in modo del tutto inusuale per gli oratori (di queste parti e non solo) aveva promosso un dibattito elettorale tra i due candidati sindaci Azzoni e Carenini.

Si usa nel caso il tempo imperfetto, giacché al di là della “originalità” di un confronto politico nell’oratorio di via Stoppani, l’evento non s’ha da fare.

Non in quanto inopportuno – e un po’ in effetti lo era – ma per una mancata comunicazione ai protagonisti di una variazione non secondaria: quella del nome del “moderatore” destinato a presentare la serata, ponendo le domande ai due sfidanti per il municipio.
In realtà, i dubbi erano stati tanti.

Fin da prima della “svolta” che ha portato alla cancellazione del dibattito. Oltre a sede e promotore dell’incontro, vedere quella locandina pubblicata sulla “Brezza” – il bollettino parrocchiale di Abbadia – aveva fatto storcere il naso a più di un fedele del paese.

Don Camillo monsignore... ma non troppo - WikipediaPoi, il pasticcio sul moderatore, con l’incaricato cambiato in corso d’opera, modifica questa – sostiene uno dei candidati – della quale don Fabio non avrebbe informato. Infine, il “niet” di quest’ultimo esponente di lista e l’implosione della serata (fissata per il 25 maggio ma alla fine cancellata).

In definitiva, una storia poco farsesca dalla quale il don Camillo del Lecchese non esce al meglio – come invece il Fernandel dei celebri film d’epoca tratti dai racconti di Guareschi.

E dunque, di citazione in citazione, vale allora quel passaggio nella Tosca di Giacomo Puccini: “Scherza coi fanti e lascia stare i santi!”.

S. T.