BELLANO – Erik Riva è esperto: vigile del fuoco e pure volontario del Soccorso bellanese, ma in spiaggia martedì non aveva alcuna attrezzatura, perché era lì con la sua bambina di otto anni, degli amici e le loro figlie.

“Mi sono avvicinato ai volontari del Soccorso bellanese che scrutavano l’acqua. Ho capito cosa stesse succedendo, perché i due amici del ragazzo scomparso stavano spiegando che era sparito alle loro spalle e non lo trovavano più”.

E lui che è vigile del fuoco, fa tutto per bene: avvisa la centrale operativa vvff per attivare il nucleo sommozzatori e la Soreu dei laghi (il vecchio 118) poi prende una maschera subacquea dal vicino circolo velico. “La mia bambina fa parte della squadra di vela, quindi sapevo dove andarla a cercare”.

In più, il caso ha voluto che questo pompiere sia parte anche della squadra Saf – Speleo Alpino Fluviale. In acqua di solito nei torrenti ci sa fare. Quindi gli bastano poche bracciate per arrivare a circa otto metri dalla riva e vedere la macchia bianca del corpo steso sul fondo – e poi, aggiungendo due sgambate, scendere. “L’ho preso per un braccio e l’ho riportato in superficie”. Nei giusti tempi perché il 25enne era affondato tra i 3 e i 4 metri di profondità.

“Non credo allo shock termico, in quel punto tra la foce del Pioverna e il Lido di Bellano l’acqua era calda; casomai un po’ torbida”

Una volta adagiata questa giovane vittima sulla spiaggia del lido bellanese Erik, l’eroe questa volta per caso e non per lavoro, si è allontanato lasciando ai volontari del Soccorso il compito di rianimarlo.

Anche qui tutto secondo il più pulito – e quindi utile – intervento. “Loro sono preparati ed erano lì per aiutarlo. Non dovevo rimanere tra i piedi”. Poi questo papà di 38 anni è tornato dalla propria figlioletta: “Oggi mia moglie lavorava e quindi ero solo con la piccola e gli amici”. Con un pensiero rivolto al ragazzo: “Speriamo che che la faccia”.

Di Erik Riva, come sempre quando ci si approccia a chi si occupa di soccorso a vario titolo, colpiscono le motivazioni: la voglia di fare del bene, di essere socialmente utile. Che non viene esibita, ma emerge con naturalezza dall’entusiasmo.

A 18 anni sceglie il servizio militare nei Vigili del Fuoco, per 12 anni è impegnato nei turni della caserma di Bellano che come si sa è un presidio tenuto vivo dai volontari. Poi otto anni fa riesce a diventare effettivo nel comando di Lecco, vicino alla sua Bellano.

Nato incastrato tra il lago e le montagne, dove poteva finire se non nel Saf, la squadra con competenze sia alpinistiche che speleofluviali? E così è. Poi a 37 anni un passo ancora. Entra nel Soccorso Bellanese, ossia nei servizi sanitari da volontario. Se ci s’immagina uno che sta sempre in mezzo alle emergenze, beh ci si sbaglia, perché le motivazioni stanno altrove. “È una soddisfazione bellissima aiutare la gente” – dice quest’uomo. “Proprio aiutare e non solo salvare, compresa  la vecchina avanti e indietro dalla dialisi, perché è quello di cui ha bisogno”.

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