MILANO – “Le nostre procedure mettono la sicurezza al di sopra e prima di tutto. Di certo non è stato creato il cordone di sicurezza a terra e il pilota si è avvicinato troppo, forse avrebbe potuto fare di meglio e prendere una decisione diversa“. Non nega Claudio Mare, direttore della centrale unica 112, che qualcosa sia andato storto.

Sì, l’elicottero era tra quelli più potenti in uso e certamente capace di provocare un vortice di aria di quella portata, ma sulla spiaggia non avrebbe dovuto esserci nessuno, qualcuno doveva provvedere – puntualizza Mare.

L’episodio è quello dell’arrivo dell’elisoccorso al lido di Bellano, mentre era in corso da parte dei sanitari presenti la rianimazione di un ragazzo di 25 anni semiannegato nel lago. In quel momento sono volati via ombrelloni, passeggini, perfino una barca.

Avevate mezz’ora di tempo: i sanitari del Soccorso Bellanese sono stati attivati una decina di minuti prima delle quattro del pomeriggio, il velivolo è arrivato poco dopo le 16:30, possibile che nessuno ci abbia pensato?
“Certamente si sapeva. D’altra parte si trattava di un paziente giovane in arresto cardiaco, che si doveva trasportare all’ospedale in elicottero e non in ambulanza”.

Per quale motivo un mezzo esclude l’altro?
“L’unico modo per non interrompere il massaggio cardiaco su un veicolo in movimento è l’utilizzo del massaggiatore automatico” (presidio presente nell’elicottero e non nelle ambulanze. Ecco chiarito l’intervento dell’elicottero nonostante sul luogo già ci fosse il personale sanitario tra cui un infermiere specializzato di automedica, ndr).

Ma non spiega l’avvicinamento così repentino e a bassa quota.
“Sta al pilota scegliere di quanto avvicinarsi, è una sua insindacabile decisione. Nessuno può – giustamente – interferire, sicuramente non l’equipaggio medico” commenta Mare. Ma “non è dall’elicottero che si devono sgomberare le persone, sono gli operatori a terra, se lui ha valutato che quella fosse la manovra più corretta era nel suo diritto attuarla, ricordiamoci che stiamo parlando a posteriori”.

E a questo punto il dirigente di Areu lancia un appello al popolo social: “Guardiamo ciò che è successo a Bologna, alla cisterna scoppiata: alcuni ustionati erano lì a filmare col cellulare, se si fossero subito allontanati dal luogo mettendo al primo posto la propria personale sicurezza sarebbe stato molto meglio per tutti”. E aggiunge: “Voi media avete l’importante compito di diffondere questo messaggio. Attenzione: bisogna sempre mettersi al riparo”, per non finire ad essere a propria volta delle vittime.

Eppure sta nei fatti, dottor Mare, che martedì a Bellano la sicurezza non c’è stata. Ricordiamo che lo spostamento d’aria ha sollevato e fatto ricadere una barca di quasi 4 quintali…
“Un elicottero così grosso può determinare un evento di quella portata. Non so dire perché sia stato scelto di verricellare i sanitari a pochi metri da terra, piuttosto che da 50 metri”.

Sulle pratiche in uso, Mare racconta: “Un anno fa sull’Adamello, in provincia di Brescia, di notte  e d’inverno, due ragazzi si sono trovati in difficoltà mentre scalavano una cascata di ghiaccio. Non eravamo ancora abilitati al volo notturno, quindi abbiamo chiamato dalla Svizzera il servizio Rega, nel frattempo il Soccorso alpino, giunto sul posto, ci ha sconsigliato l’avvicinamento dell’elicottero per via della presenza di una pietraia qualche decina di metri più sotto. La violenza dell’aria avrebbe potuto far schizzare qualche sasso contro i soccorritori. Visto che si poteva, l’elicottero è rientrato. Normalmente, con i recuperi sulla neve si chiudono le piste interessate per tutto il tempo dell’operazione, proprio per evitare che oggetti, zaini e altro possano volare impazziti. In generale l’elicottero si mantiene al massimo punto di distanza di sicurezza, sempre”.

Ma a Bellano…
“Siamo stati fortunati che nessuno si sia ferito e che avere la peggio sia stata una barca, per quanto dispiaccia per la Lucia“. In settimana i vertici territoriali di Areu arriveranno nel paese lacustre per gli approfondimenti del caso.

“Vogliamo farlo un pensiero ai ragazzi del Bellanese?” butta lì prima di chiudere il dirigente di Areu.

Fa riferimento ai volontari del Soccorso Bellanese?
“Sì, nel giro di tre giorni hanno affrontato positivamente due arresti cardiaci, dice molto sulla loro preparazione, no?”.

Anche della loro abnegazione: il massaggio cardiaco è un importante sforzo fisico.
“Infatti”.

N. A.