Ammonta ad oltre 321 mila milioni di euro il totale di entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica incassate dallo Stato nel periodo che va da gennaio a settembre del 2018. Il dato risulta essere importante in quanto sega un incremento di quasi 6 mila milioni di euro rispetto allo stesso periodo del precedente anno, 2017, e racchiude dati relativi ad imposte dirette e indirette.

Le prime, quindi le imposte dirette (si vedano Irpef, Ires, Irap), sono pari a 173 milioni di euro; anche qui la cifra risulta essere in calo con un incremento di oltre 2.600 milioni di euro. Tra le imposte dirette, come Iva, imposte di Bollo, Tasi ecc… la crescita registrata è stata di oltre 3mila milioni di euro per un totale di 148mila milioni raccolti dallo Stato.
Ci sono poi alcune voci di entrate con riferimento sempre alle tasse che destano un certo interesse: pensiamo ad esempio alle entrate dai giochi, proprio quel settore tanto criticato e messo spesso al bando. Ebbene il comparto del gioco d’azzardo sta crescendo enormemente anche grazie al web.

Nei primi 9 mesi del 2018 le entrate complessive per il settore del gioco sono state di 10.715 milioni di per una crescita del 4% rispetto al precedente anno. Secondo diverse fonti il nostro paese sarebbe quello che, in Europa, incassa più tasse proprio dal gioco d’azzardo. Un settore che comprende oggi circa 7mila imprese con oltre 100mila occupati. La spesa registrata a settembre dal settore delle scommesse online è stata di ben 60,5 milioni di euro. La spesa degli Italiani per poker e casino online nei primi mesi del 2018 è stata invece di 288,5 milioni di euro, un + 13,9% rispetto alla stesso periodo dell’anno precedente. A farla da padrone sono però sempre i giochi da casinò, con le slot a guidare la classifica.

Malgrado questi dati in Italia si continua spesso a dibattere sull’opportunità di pubblicizzare il gioco visto che da un lato ciò può portare a problematiche quali dipendenza mentre dall’altro può essere di aiuto per rimpinguare le casse statali, proprio in virtù di questa grande quantità di tasse drenate.

E tornando al discorso generale sul totale di entrate tributarie erariali del 2018, un’altra grande voce di spesa è derivata dalle attività di accertamento e controllo: si parla di oltre 7mila milioni di euro, in questo caso con un lieve calo (-6%) rispetto al 2017.

Questo il quadro, ancora parziale, relativo alle tasse in questi primi 9 mesi del 2018: ovviamente manca l’ultimo trimestre, quello nel quale si concentrano, come molto consumatori sanno, diversi oneri tributari da onorare. E tra iva, anticipi vari, seconda rata Imu e quant’altro, di soldi da tirare fuori ce ne sono diversi.