VARENNA – “Non scopriamo certo ora, con la frana verificatasi a Fiumelatte, tra Lierna e Varenna, che viviamo in una delle aree più fragili dal punto di vista idrogeologico”. Lo dichiara Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

“Tutto il nostro territorio – attacca l’associazione ambientalista -, e in particolare quello afferente al lago di Como – sia nell’area lecchese che in quella comasca – è a rischio frane e smottamenti. L’abbiamo visto nell’estate 2021 con quanto successo sulla sponda comasca – in particolare nei comuni di Laglio, Cernobbio, Blevio – in coincidenza con forti precipitazioni. Lo stiamo vedendo in questi ultimi mesi nel territorio lecchese, prima con la frana che ha interrotto la Lecco-Ballabio, e oggi con lo smottamento che ha sfondato la volta della galleria a Fiumelatte.

Il nostro è un territorio fragile, i segnali sono inequivocabili. Quello che serve è una maggiore attenzione e rispetto per la natura. Spesso però si agisce in maniera opposta. C’è chi invoca i fondi del PNRR per ipotizzare nuove infrastrutture stradali o addirittura opere inutili e dannose qual è il teleriscaldamento (legato ancora al forno inceneritore di Valmadrera!). Parlando di montagna, c’è chi vorrebbe utilizzare altri soldi pubblici per nuove piste da sci e innevamento artificiale, come ad Artavaggio o sul monte San Primo. Invece i fondi andrebbero utilizzati piuttosto per prevenire il dissesto idrogeologico. Ma soprattutto bisogna evitare nuova cementificazione, per non mettere a rischio abitanti ed edifici.

Il risultato lo vediamo purtroppo in questi giorni in Emilia-Romagna, dove la causa dei danni non sono le piogge torrenziali o i fiumi ‘assassini’ (sic!), bensì la dissennata gestione del territorio, ovvero le svalangate di cemento per capannoni, case, strade. Tutto il territorio padano e pedemontano è a rischio; invece qui si concentrano le tre regioni più cementificate d’Italia, nell’ordine: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”.

Bisogna dire stop al nuovo consumo di suolo – conclude Fumagalli -, serve ridare spazio ai fiumi, occorre rispettare la natura delle montagne. Questo lo diciamo dopo aver attraversato un anno e mezzo di gravissima siccità che, altrettanto, ha messo in ginocchio i nostri territori. I segnali della natura vanno rispettati: dobbiamo attenerci alla conformazione del territorio e dare più spazio agli elementi della natura, in primis fiumi e montagne”.