La LILT di Gravedona piange la scomparsa di Nadia Mombelli, divorata da uno stupido virus, adesso (purtroppo) tanto di moda.

Da 20 anni Nadia è stata una volontaria di punta della nostra associazione, entusiasta e determinata, sempre disponibile anche quando c’era da organizzare feste o serate.
Dietro la scrivania della Lega aveva portato e diffuso il suo modo di lavoro, caratterizzato da precisione, accuratezza, attenzione e diligenza.

Tutto questo si traduceva in avvisi con istruzioni dettagliate appesi al bancone per le altre segretarie.

Ma quello che manca a tutti noi non è la sua encomiabile serietà professionale, ma il suo sorriso solare e contagioso, che spesso sfociava in una risata fragorosa e trascinante.
Nadia infatti aveva un carattere allegro, estroverso, affascinante, esprimeva una voglia di vivere sana e forte.

E questo contrasto tra la sua grande voglia di vivere e la sua morte, per un piccolo, invisibile, terribile virus, ci ha lasciato tutti stupiti, increduli e confusi, perché tutto questo non ha senso.
Alla Lega aveva trascinato come volontarie altre sue amiche, tutte “certificate” e quindi super-efficienti.

Prima Eufemia con la quale condivideva il lavoro all’ufficio di collocamento di Menaggio, poi Augusta con la quale faceva coppia fissa al lunedì pomeriggio.

Il momento del caffè alla macchinetta dell’ospedale, prima di iniziare il lavoro, era anche il momento dei racconti delle sue avventure, in uno show sempre piacevole e coinvolgente.
Spesso, ci raccontava qualche aneddoto simpatico relativo al ballo, ultima sua grande passione condivisa con il suo Paolo.

Oppure ci raccontava qualche storia delle sue vacanze o delle sue cene, o qualche gossip, vero o presunto, ma questo è solo un particolare di poco conto, ma sempre ricco di particolari fantasiosi e improbabili, a volte anche piccanti, tanto per renderlo più stuzzicante.

A volte mi riprendeva perché lasciavo correre: “sei troppo buono, bisogna essere chiari!”, mi diceva.

Poi mi controllava il look, come lei lo definiva, concentrato essenzialmente sui capelli: quando superavano una determinata lunghezza mi incitava (o meglio mi obbligava) ad andare dal suo amico Lele per sistemarli.

Nella foto (IN COPERTINA) è ritratta a destra con il camice, in occasione di una serata di “Prevenzione Senologica in notturna”, organizzata per facilitare l’adesione alla prevenzione da parte delle donne giovani che durante il giorno sono impegnate in attività lavorative.

La foto è di un anno fa; poi sono capitate tante cose assurde ed inimmaginabili, che sono sfociate in questo momento di profonda tristezza.

Ci rimane un grande vuoto, nel quale comunque risuona limpido il suo sorriso.
Un semplice e immenso grazie, dal cuore, da parte di tutte le altre volontarie e di tante donne che l’hanno conosciuta ed apprezzata, e da me.

Ci mancherà, mi mancherà e non solo per l’avviso periodico di taglio capelli o per i tanti caffè insieme.

Ci mancherà, mi mancherà perché ci rendeva vivi, trasfondendoci con leggerezza la sua visone semplice e felice della vita.

Giorgio M. Baratelli – chirurgo senologo

Direttore Unità di Senologia Ospedale di Gravedona

Presidente LILT di Como