Questa mattina sono stato in sala operatoria, come ogni venerdì.
Lo scorso anno, proprio il 25 novembre, nella sala vicino alla mia, i colleghi ginecologi con un taglio cesareo avevano fatto nascere Alexander, un bel maschietto sano e vivace.

La mamma, Jessica, era una nostra paziente alla quale avevo diagnosticato un tumore della mammella quando era al V mese di gravidanza.

Era stata curata durante la gravidanza con la chemioterapia da parte del nostro oncologo dr Fumagalli; dopo il parto ancora qualche ciclo e poi l’intervento.

Sembrava tutto sotto controllo, il tumore sembrava un brutto ricordo.

Invece purtroppo dopo 8 mesi di tregua apparente il bastardo si è ripresentato in modo aggressivo.

Non c’è stato niente da fare. Jessica ci ha lasciato lunedì all’età di 29 anni.

Una profonda tristezza che toglie, o meglio vorrebbe togliere la forza per continuare in questo splendido e al contempo dannato mestiere.

Spiace sempre perdere una paziente, perché è la testimonianza di una sconfitta in questa lunga lotta contro il tumore, una sconfitta che ci ricorda che non tutte le battaglie possono essere vinte, spiace poi molto di più quando si tratta di una donna giovane e spiace immensamente per il pensiero degli affetti che lascia.

La vita comunque continua per tutti, per Alexander, per Rayan il suo fratellino di 3 anni, per il papà David che dovrà essere anche mamma (ruolo difficilissimo ma non impossibile), e per noi medici, che dobbiamo affrontare altri casi che si presentano, ogni caso con la propria storia, con il proprio dolore.

La storia di Jessica sarà raccontata ad Alexander ed a Rayan, quando cresceranno circondati dall’affetto della loro grande famiglia.

La storia di Jessica serva poi a noi medici come stimolo per continuare senza mollare mai, mettendoci tutto l’impegno e la tenacia necessarie, e serva anche a far capire l’importanza della diagnosi precoce a tante giovani donne che si sentono superficialmente immuni.

dr Giorgio Maria Baratelli

Chirurgo Senologo
Ospedale di Gravedona