LAGO DI COMO – Dal 6 all’8 marzo i palombari del gruppo operativo subacquei del comando subacquei ed incursori (COMSUBIN) della marina militare, distaccati presso il nucleo S.D.A.I. della Spezia (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), hanno condotto un intervento a Cernobbio per rimuovere pericolosi ordigni esplosivi rinvenuti nelle acque del lago di Como.

Individuati dal nucleo carabinieri subacquei di Genova, i residuati bellici si trovavano a 20 metri di distanza da Villa Pizzo ad una profondità variabile tra i 15 e 26 metri; per tale ragione la Prefettura di Como ha disposto e coordinato l’intervento di bonifica d’urgenza del gruppo operativo subacquei (GOS) della marina militare.

“Le operazioni subacquee tese alla ricerca e recupero degli ordigni esplosivi già di per sé complesse e delicate, nei laghi prealpini presentano ulteriori difficoltà” ha dichiarato il comandante del nucleo S.D.A.I., TV Angelo Pistone, “le temperature rigide dell’acqua nei periodi invernali non sono ovviamente confortevoli per i nostri operatori, ma l’elemento più sensibile da tenere sotto controllo durante le nostre attività è la profondità di lavoro. L’andamento del fondale del Lago di Como tende a crescere molto rapidamente tanto da raggiungere le centinaia di metri allontanandosi di poco dal litorale. Questo è un fattore molto importante a cui necessita porre molta attenzione allo scopo di non compromettere la sicurezza dei nostri uomini”.

Al termine delle operazioni i palombari hanno recuperato un proiettile perforante da 155 mm, otto bombe da mortaio e quattro bombe a mano che nella mattinata del 8 marzo sono stati passati in consegna agli artificieri dell’esercito del 10° reggimento genio guastatori di Cremona che provvederanno alla loro distruzione in cava.

Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i reparti subacquei della marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.

Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 22.000 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio 2018 ne hanno già neutralizzati 936 dai mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 7.453 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm anch’essi rimossi e distrutti.

Con una storia di 169 anni alle spalle, i Palombari rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.

Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre forze armate e corpi armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal gruppo scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.