Per il turismo italiano, che può consolidare l’approccio culturale alla natura, è una buona notizia quella che si evince dal rapporto della Guida blu di Legambiente: aumenta la qualità della balneabilità nelle spiagge nostrane. Al contrario, le acque interne sono tuttora lontane dai livelli qualitativi richiesti da Bruxelles. Quasi metà delle stazioni di monitoraggio presso fiumi e laghi evidenziano come non sia rispettato lo standard europeo, che dal 2016 diventerà obbligatorio – per far sì che metalli pesanti, diossine e pesticidi non contaminino le acque marine.

«Molti comuni stanno migliorando le tecniche di intercettazione degli inquinanti» osserva Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente. Come l’amministrazione leccese di Melendugno che sviluppa la fitodepurazione avanzata, o Santa Maria Salina (spiaggia ubicata nell’omonima isola eoliana, a Messina) che punta sui vantaggi delle fonti rinnovabili.

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