LECCO – L’intervistato, come si suol dire, è un”addetto ai lavori“. A tutto tondo, visto che oltre ad essere titolare di due attività di ricezione turistica e ristorazione in riva al lago da qualche mese è anche presidente di Lariofiere – dunque sulla situazione gli comparti diversi (tuttavia in qualche modo paralleli e comunque in difficoltà a causa dell’epidemia di Coronavirus), Fabio Dadati ha certamente molti argomenti.

Cominciando dalla situazione forse più precaria: quella dei locali pubblici, che nel nostro territorio come altrove hanno subito una drammatica flessione del lavoro nei mesi del lockdown. Ma pure adesso devono fronteggiare prospettive non del tutto rosee,

“Iniziamo a considerare in modo diverso – attacca Dadati – le attività sul lago e quelle in montagna, partendo dal presupposto numerico che in riva al Lario le presenze di italiani sono appena pari al 3% del totale. Dunque se pensiamo alle obiettiva difficoltà del turismo estero, non solo verso l’Italia, è chiaro che non sarà semplice recuperare quanto è andato bruciato a primavera.

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L’INTERVISTA: FABIO DADATI E IL TURISMO NELL’ERA COVID. MA INTANTO, A LARIOFIERE…