Ultimamente va quasi di moda dipingere i motori diesel come il demonio. Sembrano colpevoli di tutto il male presente nel pianeta; eppure restano saldamente i primi per rendimento e affidabilità. Dopo Roma, che vuole vietare la circolazione a gasolio dal 2024, pare che anche Milano voglia chiudere i varchi dell’area C ai veicoli diesel a partire dal 2025. Ma è veramente così inquinante questo tipo di propulsione?

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Uno studio condotto dall’università di Montreal dimostra invece che i nuovi motori a gasolio inquinano meno di quelli a benzina: spesso si trascura – o non si considera proprio – la grande differenza tra i vecchi motori diesel e quelli di ultima generazione, e si tende a generalizzare gettando nel girone degli inquinatori anche i nuovi diesel Euro 6, malgrado l’efficace rigenerazione del filtro antiparticolato, capace di ridurre le polveri sottili da 10 micron – il famigerato pm10 – fino a 2,5. Sarà sempre più raro quindi scorgere dai tubi di scarico la famosa fuliggine, a patto che vengano rispettate le regolari revisioni.

Certo in questo senso non ha giovato lo “scandalo dieselgate”, ma oltre a polveri sottili sempre più sottili, non vanno trascurate le emissioni di CO2 dei moderni motori a gasolio, che battono quelle dei benzina: come rileva Sergio Troise su Autologia.net, i grammi di anidride carbonica per ogni chilometro percorso dai 10 modelli di auto più vendute in Italia sono nettamente inferiori col propulsore diesel.

 

Dopo l’analisi della diffusione dei motori ibridi ed elettrici sullo scorso numero di questa rubrica, diamo un’occhiata alla situazione del gasolio: secondo Motori360 gli italiani che guidano un veicolo a gasolio sono ancora la maggioranza, il 57%, circa il doppio dei consumatori di carburante verde (32%) e nettamente al di sopra delle altre fonti di energia (6,5% Gpl, 1,6 metano, 3,5 ibrido e 0,1 elettrico).

Insomma, la strada da percorrere per il pensionamento del gasolio è ancora lunga, e lo resterà finché le “energie pulite” non diverranno alla portata di tutti: è vero, c’è l’ibrido, ma è ancora in uno stadio poco avanzato. L’elettrico deve invece compiere almeno due grandi passi prima di essere apprezzato e acquistato dal grande pubblico: innanzitutto migliorare l’autonomia, quindi aspettare che i prezzi d’acquisto calino. E ci vorrà ancora qualche anno.

Alessandro Tonini