ESINO LARIO – Un autentico “pezzo di storia” di Esino Superiore nella ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate del prossimo 17 gennaio.

Ce la racconta lo storico locale Valerio Ricciardelli, accompagnandoci nella conoscenza del bellissimo oratorio di lontane origini quattrocentesche e poi riedificato agli inizi del Seicento, dedicato proprio a S. Antonio Abate ma con un altare e una bellissima statua del Seicento dell'”altro” Sant’Antonio, quello da Padova.

Questa curiosa copresenza dei due santi Antonio, ha origine nella chiesetta esinese a seguito delle emigrazioni economiche del passato a Venezia, dove molti esinesi, così come molti valsassinesi e soprattutto di Premana, svolgevano lavori di ramai e di fabbri ferrai.

E quegli esinesi della Terra Superiore colà emigrati, ricordavano nei tempi lontani la loro Patria, identificata nella chiesa di S. Antonio, edificando gli altari e abbellendola con tante opere affinché fossero garantite le funzioni religiose e fossero degne del grande rispetto del timor di Dio.

Ricciardelli ci ricorda anche la dimensione più festosa e laica con i famosi ravioli di S. Antonio, una prelibatezza gastronomica da non farsi scappare e il tradizionale incanto dei canestri, anch’esso di lontane origini storiche.

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