VARENNA – Grande successo alla presentazione del volume “La strada stretta tra monti e lago“, che completa il poker di libri dedicato alla storia dei trasporti sul nostro territorio. Redattori del volume i componenti dell’associazione culturale Luigi Scanagatta.

Decine i presenti nella suggestiva sala del Caminetto di Villa Cipressi, edificio risalente al 1.500 posto a pochi passi dal cuore di Varenna.

I primi due volumi, “Breva e Tivano motori naturali” e “Sulla scia del Vapur“, argomentano le antiche imbarcazioni lariane a vela e i piroscafi che le hanno sostituite nel corso del tempo. Il terzo capitolo, “Carbone bianco“, tratta invece la ferrovia locale. L’epilogo della collana con le sue 252 pagine e 355 illustrazioni ricostruisce la storia della costruzione ed evoluzione della ex Statale 36 (ora diventata SP 72).

“Già all’uscita del secondo mi frullava in testa l’idea di questo” dichiara Gianpaolo Brambilla, primo autore del libro, “ma poi mi sono arenato, ero stanco. Un giorno mi contattò Marco Denti che, per una coincidenza fortuita, stava scrivendo la sua tesi di laurea. Alcune delle argomentazioni coincidevano con il libro che stavo scrivendo”.

Ingente il lavoro svolto presso l’Archivio di Stato di Como: per tre anni sono state rispolverate e prese in esame tutte le cartine, così come i mappali e i progetti dell’epoca. “Erano ventiquattro faldoni risalenti molti alla fine del 1800” spiega Brambilla. “Pensate che le mappe erano su fogli cartonati di un metro e venti per settanta centimetri, ripiegati nell’archivio da decenni – ha aggiunto –  Per fortuna la direttrice dell’Archivio ci è venuta in aiuto procurandoci un ferro da stiro per riuscire a stirare i fogli e poterli visionare con più comodamente”.

La strada fu progettata dal governo austriaco per uso militare, in quanto il terreno pianeggiante e le caratteristiche atmosferiche, favorevoli durante tutto l’anno, permettevano l’agevole spostamento dell’esercito.

Carlo Donegani, famoso ingegnere, fu sovrintendente dei lavori, insieme a Silvio Leva, che si occupava delle problematiche locali: “Il governo era molto attento alla popolazione, ascoltava le richieste e i dubbi sulla realizzazione del progetto” spiega Denti. “Hanno dovuto mantenere tutti gli accessi al lago e i sentieri per gli orti e le case”.

Non poche furono le sfide da affrontare. Tra le tante, i costruttori dovettero combattere con il terreno franoso che caratterizza la nostra sponda.

Nel primo progetto si pensò di tagliare la roccia, ma i numerosi smottamenti (in uno morirono due operai) fecero cambiare il progetto in corso d’opera. Si decise pertanto di traforare la montagna.

Le gallerie, presenti ancora oggi, furono le prime di questa tipologia nella storia. La strada immaginata da Francesco I fu per l’epoca un’opera colossale: l’impero spese la bellezza di tre milioni di lire – “Cifra esorbitante per l’epoca, calcolando che un operaio percepiva una lira al giorno” – sottolinea Brambilla.

 

“L’imperatore, secondo me, fece la strada anche per lasciare un lascito nella storia”. Una tesi avvalorata dal fatto che vennero fatte incidere delle lapidi (ora riposizionate alla Montagnina, tra Varenna e Lierna). I dipinti, le foto e le illustrazioni che compongono il libro sono egregiamente spiegate dagli autori, in modo da immergersi al meglio nell’atmosfera dell’epoca.

Il volume, insieme agli altri tomi, è in vendita presso la sede dell’associazione a Varenna e il martedì dalle 21 alle 23 presso al punto libri di Villa Monastero.

Nel sito è possibile consultare tutte le librerie lombarde dove sono in vendita i volumi.

Il ricavato è destinato interamente alla realtà associativa. A breve verrà presentato anche un opuscolo che descriverà gli studi botanici di Luigi Scanagatta, alla quale verranno anche dedicati i giardini di Villa Cipressi.

Michela Riva