Santo Stefano è presente nel presepe in braccio alla sua mamma.
Una leggenda delicata e commovente.

Un’antica leggenda narra che quando nacque Gesù Bambino tanta la gente accorreva alla grotta per adorarlo.
Le donne portavano con sè i propri bambini affinché Gesù li benedicesse. Tra esse c’era anche Tecla (o Stefania), una giovane sposa, che si vergognava del fatto di non avere bambini, pur desiderandolo tanto.

Così prese una grossa pietra, l’avvolse in una coperta, la ricoprì con una cuffietta e, portandola tra le braccia, proprio come se fosse un neonato, si recò alla grotta.

Quando fu davanti a Gesù, si inginocchiò e presa da una grande emozione scoppiò in un pianto a dirotto.
Maria, che aveva compreso il suo inganno dettato, però, da un innocente e forte desiderio, le chiese cosa portasse stretto al cuore. Tecla, sgomenta, rispose balbettando, che aveva un figlio maschio.

Allora la Madonna le disse: «Avvicina al seno tuo figlio e allattalo».
Tecla, pur intimorita e confusa perché comprese di essere stata scoperta, obbedì e con stupore che presto si tramutò in gioia, sentì il fagottino che stringeva tra le braccia agitarsi ed emettere un fievole vagito.
Maria, commossa, le disse ancora: “Il tuo desiderio è stato esaudito e la tua pietra è diventata un bel bambino”. Tecla scostò la coperta che avvolgeva la pietra e con meraviglia vide il miracolo che era stato compiuto per lei: tra le braccia aveva il suo primo figlio.

“Ricordati però”, le disse ancora Maria, “che egli è nato da una pietra e morirà a colpi di pietre”. Quel bambino infatti fu chiamato Stefano, divenne discepolo di Gesù e fu il primo ad affrontare il martirio mediante lapidazione.

Note

1 Ci sono altre versioni della leggenda.
In una Tecla è descritta come giovane donna che voleva vedere Gesù Bambino e che escogitò lo stratagemma del sasso per poter entrare nella grotta, dopo essere stata ripetutamente respinta dagli angeli, in quanto le norme religiose del popolo ebraico vietavano alle donne sterili di accostarsi alle partorienti ed alle puerpere.
Secondo questa versione, il miracolo della nascita di Stefano sarebbe una maternità imposta o peggio una maternità punitiva per il suo inganno.
In un’altra versione il sasso è sostituito da stracci di stoffa, assemblati a forma di bambola che Tecla, molto povera, voleva donare a Gesù Bambino.

2 Nel presepio, Tecla, indicata anche come “zingara con il bambino”, è raffigurata con in braccio il suo bambino, Stefano, spesso con un sasso ai suoi piedi e con il seno scoperto.

3 Ancora oggi, lo stesso desiderio di maternità porta molte donne a chiedere il miracolo di una gravidanza attraverso le pratiche di PMA (procreazione medica assistita).

Lucia Marino – Giorgio M. Baratelli
Accademia di Senologia di Gravedona