PERLEDO – Ormai da due giorni non si cerca più Alberto Ongania, il 53enne di Perledo scomparso dallo scorso venerdì 11 novembre.

La famiglia auspicava che i tabulati telefonici potessero suggerire qualche indizio per orientare le ricerche, tuttavia le norme a tutela della privacy impediscono di ricorrere a quello strumento. Non volendo darsi per vinti, il fratello di Alberto, Renato, oggi ha fatto appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo una deroga al Decreto per gli epilettici, in modo tale che il Tribunale possa acquisire i dati delle comunicazioni avute dal perledese nei momenti precedenti alla sparizione.

 

Ill.mo Presidente

Mi appello al suo Ufficio per una emergenza che sto vivendo in relazione a mio fratello disperso dal giorno 11 novembre a Perledo (LC), sulla sponda orientale del Lago di Como.

Per un fratello si “muovono montagne” e Lei può capire meglio di altri cosa vuol dire perdere un fratello. Senza alcuna retorica.

I soccorsi, coordinati dalla Prefettura di Lecco sono sospesi da 48 ore, per mancanza di nuovi elementi, indizi, segnalazioni di avvistamento.

L’autorità Giudiziaria del Tribunale di Lecco, a cui si sono rivolti i Carabinieri per accedere ai tabulati telefonici, ad oggi (7 giorni dalla scomparsa) non ha autorizzato perché, nel rispetto della legge, non è possibile violare la privacy se mancano ipotesi di reato.

La discrezionalità del giudice ha dei paletti, ed è del tutto assente qualsiasi ipotesi di reato, quindi il magistrato, con ogni probabilità, ha le mani legate, e senza tabulati i soccorsi sono alla cieca, quindi la decisione corretta, di sospenderli già da mercoledì 16 novembre.

Poiché l’allontanamento volontario di mio fratello non prefigura ipotesi di reato, nella piena legalità si sta consumando in questi giorni di attesa dei tabulati (che non verranno perché non possono essere richiesti) il peggiore dei crimini per la nostra Repubblica: l’affermazione dello stato di diritto e la negazione della vita.

Mio fratello, epilettico, non può essere localizzato perché si violerebbe illegittimamente la privacy sua e di chi lo ha contattato nelle ultime ore (cioè quando presumibilmente era in vita.

La legge non prevede tutte le casistiche, non prevede deroghe per epilettici che si perdono, non prevede persone già affette da ictus che possono dimenticare chi sono. La legge per evitare abusi si connota di stupidità quando ribalta la scala di valori, la tutela della vita diventa secondaria alla privacy.

In questo contesto emergenziale, la politica arriva tardi, ma c’è forse un Uomo, in Italia che può risolvere temporaneamente questa falla del nostro sistema.

Vale per mio fratello, può valere per altri.

Una deroga per gli epilettici: gli epilettici, in base al suggerimento qui rappresentato, potrebbero avere una deroga rispetto alla tutela della privacy e il magistrato potrebbe non avere le mani legate come ora.

La prego di scusare la mia presunzione e la stupidità della mia istanza.

Con profonda vergogna, Le affido le mie ultime speranze di non sentirmi impotente rispetto alla stupidità della legge che, nell’intento di salvaguardare i diritti umani (privacy delle comunicazioni), nega la tutela della vita di persone fragili.

L’assegno di invalidità civile che mio fratello riceve, per la sua cecità dovrebbe essere versato alle casse dello stato, per sopperire ad un altro tipo di cecità.

Mi resta solo la mia espressione di stima nei Suoi riguardo a cui aggiungo la mia fede incondizionata verso le Istituzioni Repubblicane.

Cordialmente

Dott. Renato Ongania

 

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