VARENNA – In occasione del 78esimo anniversario della fucilazione fascista dei partigiani di Rancio e del lago a Fiumelatte, l’ANPI Lecco in collaborazione con i circoli ‘Libero Pensiero’ e ‘S. Pio X’ di Rancio, si sono dati appuntamento domenica 8 gennaio presso la Montagnetta di Fiumelatte per ricordare l’eccidio.

Tra le autorità presenti il sindaco di Varenna, Mauro Manzoni, il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi, il sindaco di Mandello del Lario, Riccardo Fasoli, il consigliere comunale di Lecco, Alberto Anghileri e il parroco di Varenna, don Enrico Mauri, che ha recitato una preghiera e ha impartito la benedizione ai presenti. Presente anche una rappresentanza degli Alpini di Varenna con il suo capogruppo Ivan Acquistapace.

“Carlo, Ambrogio, Giuseppe, Virgilio, Domenico e Carlo, ci testimoniano ancora oggi cosa significhi concretamente il valore della libertà e il prezzo necessario per conquistarla e mantenerla. Una libertà che difficilmente gli uomini e le donne di oggi riescono ad assaporare appieno, proprio perché le ultime generazioni non hanno conosciuto concretamente la tragicità della guerra se non attraverso le immagini televisive o i libri di storia – le parole del sindaco Manzoni – La nostra libertà risulta pertanto assaporata senza la fatica di averla conquistata: essa infatti ci è stata consegnata come dono da godere e far godere. La libertà però non è un qualcosa di dato per sempre e sarebbe pura illusione pensare a questo dono come definitivamente conquistato: il compito che ci viene affidato, come cittadini e come politici in qualità di rappresentanti del popolo, è quello di custodirla e di vigilare affinché essa non venga in alcun modo intaccata o svilita. L’altra faccia della medaglia della libertà è infatti quella della responsabilità: responsabile è colui che si mette in gioco per il servizio di tutti, senza pretendere palcoscenici utili solo ad ingrandire il proprio ego, tronfio di ricevere solo personali riconoscimenti e gratificazioni. La responsabilità, infatti, si esercita in primo luogo nel silenzio operoso. E questo operoso silenzio del quotidiano, dove il più delle volte il bene fatto non viene visto, è l’azione più bella per l’edificazione delle nostre comunità civili”.

Sempre il sindaco Manzoni ha concluso il suo intervento con queste parole: “Il valore più grande, quello di donare la propria vita per gli altri, valore laico che trascende ogni popolo, ogni cultura e ogni religione, diventa un impegno assegnato a ciascuno di noi. Etty Hillesum, scrittrice olandese, ebrea vittima dell’Olocausto, prigioniera in un campo di concentramento nazista e destinata alla morte, così scriveva: ‘Una cosa, tuttavia, è certa: si deve contribuire ad aumentare la scorta di amore su questa terra. Ogni briciola di odio che si aggiunge all’odio esorbitante che già esiste, rende questo mondo più inospitale e invivibile’. Il compito che spetta singolarmente a ciascuno di noi è dunque questo: immettere gioia e speranza dentro il pessimismo del mondo”.