Gentile Direttore, in questi giorni ho seguito con attenzione la vicenda dello spostamento dell’automedica da Bellano alla sede di Nuova Olonio, tema molto caldo sul quale si sta dibattendo nell’ultimo periodo. Nel farlo, mi sono imbattuto in diversi articoli pubblicati sulla Vostra testata LarioNews. Non entrerò nel merito della discussione, dato che la scelta dell’allocazione delle risorse sanitarie è al vaglio di un tavolo tecnico Regionale e che, come riportato nei Vostri articoli, sia i Sindaci locali sia un neoformato comitato “Rivogliamo l’automedica” hanno espresso il loro pensiero sulla questione.

Dal punto di vista infermieristico però, vi è una frase all’interno di uno dei vari articoli letti che in qualche modo non solo riduce la rilevanza del lavoro fin qui svolto dagli infermieri, ma rischia di ridurre la fiducia degli stessi cittadini in chi, finora, li ha assistiti: non c’è nulla di peggio per chi ha bisogni di salute che non sentirsi sicuro che questi possano essere soddisfatti.

Nell’articolo del 5 Giugno scorso “Automedica. Infermiere e tempi: temi caldi dell’incontro decisivo”, appare scritto quanto segue: «…i rappresentanti dei cittadini punteranno a dimostrare come già il servizio di autoinfermieristica attivato negli ultimi anni non sia all’altezza di un equipaggio che possa vantare a bordo anche un medico interventista».

Una dichiarazione che non compare nel testo del comitato “Rivogliamo l’Automedica” e nemmeno fra quelle dei Primi Cittadini riunitisi nella sede della CRI premanese.

Gli infermieri vogliono garantire il diritto alla Salute: questo è stato lo slogan della nostra giornata internazionale celebrata il 12 Maggio scorso e per fare questo si formano: gli Infermieri che operano a bordo dei Mezzi di Soccorso Intermedio, gestiti da A.R.E.U. Lombardia, sono professionisti altamente specializzati e inderogabilmente abilitati all’esecuzione di specifici e normati algoritmi per la gestione di determinate situazioni di emergenza e urgenza. Algoritmi appresi e costantemente aggiornati tramite corsi erogati da A.R.E.U. stessa e conformi a Linee Guida riconosciute come Best Practice a livello internazionale.

Gli infermieri sono dalla parte dei cittadini e come testimoniato da osservatori condotti a livello nazionale, ultimo in ordine cronologico il rapporto Cittadinanza Attiva-FNOPI, i cittadini nutrono fiducia nelle competenze degli infermieri vedendoli come alleati.
I cittadini hanno dichiarato nell’80% dei casi che gli infermieri danno loro sicurezza nell’assistenza, fatto questo che stride con l’ipotetica dichiarazione che un loro intervento in caso di emergenza possa non essere all’altezza. Oltre al fatto che sempre i cittadini nella stragrande maggioranza hanno rilevato il lavoro di squadra condotto dagli infermieri, il che presuppone che nei casi più gravi e dove realmente ce ne fosse bisogno sono loro stessi a sollecitare l’intervento medico.

Inoltre l’autoinfermieristica in Regione ha svolto un servizio fondamentale per la comunità con più di 300.000 pazienti soccorsi e solo nel 3% dei casi è stata necessaria l’attivazione di un’automedica per supporto. E in nessuno di questi numerosi casi sono stati segnalati eventi avversi.

Pertanto quella dichiarazione “non firmata”, pare sottendere una divisione fra Infermieri e Cittadini. Ed è una nota stonata, che non si intona con i giudizi pressoché unanimi dichiarati dagli stessi cittadini, alimentando una “proclamata guerra” dove sminuire un servizio e una professionalità non può rappresentare certo una strategia vincente a garanzia di un altro, in un ambito dove diverse figure lavorano in sinergia per preservare il bene prezioso della Salute.

Cordialmente,

Fabio Fedeli
Presidente Ordine delle Professioni Infermieristiche di Lecco

 

Ringraziando Fabio Fedeli per le puntuali precisazioni, è doverosa una risposta in merito alla frase “incriminata”. Premesso che l’articolo era firmato dalla nostra Redazione Politica, ovvero frutto di un lavoro d’équipe, il passaggio «…i rappresentanti dei cittadini punteranno a dimostrare come già il servizio di autoinfermieristica attivato negli ultimi anni non sia all’altezza di un equipaggio che possa vantare a bordo anche un medico interventista» è la quanto più possibilmente corretta sintesi di un più articolato e dettagliato documento redatto in occasione dell’incontro tra le autorità che si sarebbe tenuto di lì a poco, e giunto al nostro giornale in forma riservata. Dunque non pubblicabile se non distillandone  il senso.
Ne dobbiamo dunque legittimare il messaggio, invero molto critico nel parallelo tra il “servizio di autoinfermieristica” e “il medico a bordo”, pur riconoscendo al personale infermieristico tutta la professionalità e la competenza giustamente sottolineata nella lettera dal presidente dell’Ordine.

Lario News