COLICO – Prosegue il viaggio alla scoperta delle bellezze del nostro territorio. Dopo un breve salto fuori zona con Villa del Balbianello, torniamo in provincia di Lecco, più precisamente a Colico, con i suoi due Forti.

Dato il gran numero di turisti che, ogni anno, apprezzano questi luoghi incantevoli, il Forte di Fuentes e il Forte Montecchio sono diventati due tappe d’obbligo.

forte fuentesIl Forte di Fuentes deve il suo nome a Don Pedro Enríquez d’Azevedo y Toledo, conte di Fuentes, che realizzò questa fortezza nel 1603 per contrastare le leghe dei Grigioni che avevano il controllo della Valtellina. Il Forte presenta solo le sue rovine, a causa della distruzione da parte delle truppe napoleoniche. Oltre all’ingresso principale, restano parzialmente intatti solamente alcuni edifici ai bordi della piazza d’armi: la chiesa di Santa Barbara e il Palazzo del Governatore, mai abitato in pianta stabile. Il Governatore, infatti, preferiva risiedere a qualche chilometro di distanza dal Forte, a causa della malaria che imperversava nel Pian di Spagna. Inoltre, si può ancora vedere parte del camino principale, costruito in pietra proveniente da Como, al quale si aggiungevano camini più piccoli nelle stanze adiacenti.

forte fuentes1Nella parte più elevata della collina furono costruite delle strutture in cemento atte a ospitare cannoni campali di medio calibro nella Prima Guerra Mondiale come difesa da un’eventuale invasione dalla Valtellina o dalla Val Chiavenna. Queste cannoniere hanno una struttura a L, in modo da poter posizionare quattro cannoni in direzione della Valtellina e quattro in direzione della Val Chiavenna. In prossimità si nota anche una grande vasca, che faceva parte della struttura originaria del Forte e fungeva da cisterna per l’acqua necessaria al sostentamento del contingente e alla vita del Forte.

montecchio2Il Forte Montecchio Nord fu realizzato tra il 1912 e il 1914, poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Fa parte di un sistema difensivo situato in corrispondenza con le maggiori vie d’accesso verso la Pianura Padana: il Gran San Bernardo, il Sempione, il San Gottardo, lo Spluga, il Maloja, il Bernina, lo Stelvio e la linea Tonale-Aprica, la cosiddetta Linea Cadorna, realizzata dal Regno d’Italia a protezione di un possibile attacco in forze attraverso la Svizzera.

Il Forte Montecchio Nord è collocato strategicamente nel punto di convergenza della Valtellina e della Val Chiavenna, a guardia della strada che porta a Milano: lo scopo non era tanto quello di bombardare le eventuali truppe nemiche, ma quello di bloccarne l’avanzata, distruggendo i punti nevralgici della rete viaria. Oggi è considerato l’esempio meglio conservato di forte della Prima Guerra Mondiale in Europa: la sua fortuna è stata quella di non essere mai stato teatro di scontri.

montecchio1Il Forte sorge sul colle Montecchio Nord, in un’area appositamente scavata nella roccia per aumentarne la resistenza alle artiglierie nemiche, da cui si ha un ottima visuale su tutta la zona circostante. Oggi è una delle maggiori attrazioni presenti sul lago di Como e la sua visita è consigliata a tutti, ma in particolar modo ai più giovani. La visita si apre con la caserma, dove si svolgevano le attività quotidiane dei soldati e dei comandanti. Poi, passando da una galleria ben addossata alla roccia, si giunge alla batteria vera e propria. A metà di questo corridoio si trova l’ingresso della polveriera, opportunamente isolata all’interno della roccia per evitare che le possibili esplosioni danneggino l’intera struttura. Al termine della galleria di collegamento si accede nella batteria, la parte operativa del Forte, il cui scopo è quello di proteggere, alimentare e far funzionare con la massima efficienza i quattro cannoni in dotazione al Forte. La batteria è strutturata su due piani: al piano terreno si trovano i depositi delle munizioni e la sala macchine, mentre al primo piano si trovano la sala comando di combattimento, le riservette e le quattro torri dei pezzi.

Fiore all’occhiello del forte sono sicuramente i cannoni ad affusto a deformazione calibro 149,1 mm Schneider mod. 1910 in acciaio, e le relative torrette. Grazie all’ottima manutenzione è ancora possibile vedere ruotare l’intera struttura in acciaio pesante più di 40 tonnellate. Il tour finisce in bellezza salendo sul tetto del forte, da dove, oltre i cannoni, si può ammirare il magnifico panorama circostante.

(Foto tratte dal Museo della Guerra Bianca)

Marco Denti