La notizia.
Il tentativo di rapina di un orologio da 300.000 euro che il pilota della Ferrari, Carlos Sainz, portava al polso.

La riflessione.
A cosa può servire un orologio da 300.000 euro?

A niente, se non a segnare l’ora e a dimostrare che, quando si dispone di ricchezze che superano le necessità, si entra nella spirale del superfluo.

Il valore dell’orologio non è reale ma è attribuito dal fatto che è venduto ad un prezzo elevatissimo e che per questo diventa un simbolo di ricchezza da ostentare, a sostegno della mentalità che ritiene degno di attenzione e ammirazione solo chi ostenta.

In questo modo il superfluo è considerato come necessario, in accordo con quanto diceva Oscar Wilde “niente è più necessario del superfluo“.

Questo è un esempio di pensiero “povero” generato (sembra una contraddizione) proprio dalla ricchezza, quando viene sprecata.

Già Fromm aveva definito la differenza tra “essere o apparire“.

Nella cultura contemporanea prevale l’apparire sull’essere, e solo l’apparire diventa degno di ammirazione.
Per apparire è quindi giustificato utilizzare il superfluo, il lusso, il capo firmato, i comportamenti strani ed eccentrici, a volte decisamente trasgressivi, i like presi sui social ecc.

Ma vorrei ricordare che apparire non è essere.
Quindi l’apparire, senza essere, è un inganno ed è proprio la contraddizione dei nostri tempi.
Poi la cosa triste è il fatto che la persona stessa, che ha deciso di apparire, non è cosciente di questo inganno.

Così senza rendersene conto, anzi standoci meravigliosamente bene, è prigioniera nella trappola delle sue convinzioni omologate.

Giorgio M. Baratelli
Chirurgo senologo
Direttore Unità di Senologia Ospedale di Gravedona (CO)
Membro Comitato Scientifico Accademia di Senologia “Umberto Veronesi”
Presidente LILT di Como