Caro Presidente, dopo aver anticipato (vedi di seguito) a persone interessate il mio commento alla attuale fase procedurale assunta dal Comune di Colico per poter costruire una passerella (?) ciclopedonale sull’Adda per entrare da Colico nella Riserva Pian di Spagna, ho ascoltato per caso una registrazione di Padre David M. Turoldo che diceva “Beati coloro che hanno sete e fame di opposizione”: sono stato così incoraggiato ad esprimerti pubblicamente il mio dissenso sul come si stiano sviluppando le procedure amministrative da parte del Comune di Colico in merito all’idea di costruire una passerella (meglio chiamerei ponte ciclopedonale) sull’Adda nel tratto fra l’attuale ponte stradale e ferroviario e la foce del fiume.

Alla conferenza di Servizi del 26 u.s. per l’esame del progetto pare non sia emersa una chiara  posizione da parte della Riserva, a partire dal fatto che l’infrastruttura in esame non può essere costruita perché attualmente non indicata nel Piano della Riserva (vedi applicazione Delibera Consiglio Regionale 6/2/1985) come del resto in subordine nei PGT dei Comuni di Colico e di Gera Lario e neppure un tentativo più logico di chiedere l’estensione dei confini della Riserva alla ferrovia comprendente l’area RAMSAR e quella del PRAM con i Montecchi indicati nel PTCP della Provincia di Lecco. In ogni caso detta passerella a mio giudizio sarebbe INUTILE, DANNOSA E COSTOSA.

INUTILE perché:

per entrare in Riserva (Comune Gera L,) dal ponte stradale e ferroviario sull’Adda al ponte sul Mera  ci sono già almeno TRE punti;

 non risultano ancora progettati i percorsi ciclopedonali prioritari dal ponte stradale e ferroviario sull’Adda a Dubino e da Dubino al Ponte del Passo.

DANNOSO perché incentiva intenso passaggio ciclabile in area della Riserva con danni  alla vegetazione protetta della biodiversità, disturbo al passaggio e alla sosta degli uccelli migratori che tengono come rotta privilegiata i corsi d’acqua e intralcio pericoloso ai movimenti dei mezzi agricoli e all’attività degli agricoltori. Qui andrà interpellata per una presa di posizione la Comunità europea con il rischio di una procedure di infrazione, come già avvenuto per altri casi.

COSTOSO con un preventivo di 2.300.000 € di cui 100.000.€ a carico Riserva: osserviamo come la Riserva finanzia un progetto che non è condiviso per il luogo di realizzazione (vedi all. delibera) e la vede esclusa dal ruolo che le compete. Questa situazione richiamerà l’attenzione della Corte dei Conti per il comportamento di chi nella Riserva ha deciso un finanziamento per un opera non condivisa nella localizzazione e non ancora inclusa nel Piano e che arrecherà danni alla stessa Riserva. Questa è la sintesi del mio parere che in spirito collaborativo porto a tua conoscenza.

ULTERIORI CONSIDERAZIONI -Ho letto su un periodico un servizio sul Sentiero Valtellina : “Da Colico a Morbegno in bicicletta pedalando fra natura e storia” in cui si evidenzia la decisione del Comune di Colico di “usare” o meglio “invadere” la Riserva Pian di Spagna per incrementare il proprio prestigio con relativo tornaconto economico. Così leggiamo nel servizio: “il Sentiero Valtellina è stato suddiviso in cinque tappe : la prima da Colico a Morbegno (20 km.-25 Minuti)…… Il Sentiero Valtellina inizia dal Centro di Colico e costeggiando su fondo sterrato l’ultimo tratto di lago si addentra nella meravigliosa riserva faunistica del Pian di Spagna sfilando al cospetto dell’imponente monte Legnone.

Qui il servizio sorvola che Colico vuole costruire una passerella , struttura molto impattante nel paesaggio insubrico Alto Lariano, appoggiata da un argine  all’ altro  e   che si può costruire solo (vedi Del.Cons.Reg.6/2/1985) se prevista nel Piano della Riserva dove attualmente non c’è.

La pseudo Conferenza di Servizi del 26 u.s. ha messo in luce come la tendenza di diversi Enti partecipanti sia quella di dare via libera al progetto delegando alla Riserva e al suo Presidente la decisione finale che non tiene conto delle norme in materia e che mette in discussione l’istituzionale ruolo del Presidente come difensore della Riserva.

Non viene considerata l’ipotesi del passaggio della passerella a fianco dell’attuale  ponte ferroviario e stradale sull’Adda (vedi esempi al Ponte del Passo e a Verceia) e non viene delineato un Piano della mobilità nella Riserva: la decisione diventa meno tecnica e più supportata da ragioni di potere, senza nemmeno tenere conto del parere dei coltivatori che temono un danno alle loro attività produttive e dei sostenitori dell’importanza della Riserva sotto l’aspetto  della biodiversità, della salvaguardia delle zone umide Ramsar e del rispetto della presenza di siti Natura 2000.   Oggi siamo alla svolta decisiva: dobbiamo diffidare chi vuole trasformare la Riserva in un Luna Park e ricorrere alla Commissione europea per  chiederne una procedura di infrazione.

A presto, cordiali saluti

Pierfranco Mastalli