MANDELLO DEL LARIO – Con una nota la Rsu Fiom Moto Guzzi e la Fiom Cgil Lecco motivano la mancata sottoscrizione dell’accordo che, in prospettiva di una crescita della produzione, porterebbe all’inserimento di 90 ulteriori lavoratori nell’azienda mandellese.
Siamo a specificare le ragioni per cui non abbiamo ritenuto ci fossero le condizioni per firmare l’accordo di prossimità del 29/11/2021, partendo dal fatto che continuiamo a credere che il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori attraverso il voto debba sempre essere garantito.
L’accordo non sottoscritto dalla FIOM deroga la Legge (Decreto Dignità) secondo cui 45 dei 90 lavoratori che l’azienda dovrà riassumere nel 2022 avrebbero già diritto alla stabilizzazione.
Siamo inoltre convinti che la Moto Guzzi abbia la necessità di richiamare gli stessi lavoratori perché ne ha bisogno in quanto già formati e competenti, e non lo riteniamo certo una conquista contrattuale.
Riteniamo insufficiente il solo prolungamento da 10 a 12 mesi dei part time verticali, e l’assunzione di 5 staff leasing (5 completamente esclusi), non prevedendo inoltre nessuna garanzia di stabilizzazione per tuti gli altri.
Per le motivazioni sopra elencate non riteniamo possibile condividere tali condizioni, monitoreremo l’evolversi della situazione, perché crediamo anche come si può apprendere dagli organi di stampa (e purtroppo come spesso accade non negli incontri sindacali) che, a una crescita come quella prospettata nei prossimi 2 anni debba coniugarsi un elemento di stabilizzazione consono alla produzione dichiarata.
RSU FIOM MOTO GUZZI – FIOM CGIL LECCO
Aggiunge il segretario generale FIOM CGIL Lecco, Maurizio Oreggia: “Fin dal 2011 abbiamo duramente criticato e contrastato il famigerato art. 8 e i relativi accordi di prossimità, perché crediamo esistano materie indisponibili alla contrattazione, soprattutto considerato il fatto che, quando è un’azienda a chiedere di farne ricorso per derogare una legge – in questo caso quella sulle stabilizzazioni -, tendenzialmente la finalità è di comodo e la condizione che determina peggiorativa. Altro aspetto che non condividiamo e ci preoccupa fortemente è la pratica sindacale di escludere le lavoratrici e i lavoratori dai processi negoziali“.