ESINO LARIO  – “Gigi” ha incontrato la morte senza sapere che il destino lo stava osservando già da giorni per preparare l’irreparabile. Il giorno prima c’era stata la consegna del pellet per la stufa e i sacchi sembra fossero rimasti dove erano stati scaricati, perché? Perché Gigi, come era soprannominato Pierluigi Beghetto, era al Cainallo, come volontario dell’associazione Esino 2000 impegnato con gli altri nello smontaggio del tapis roulant che viene usato in inverno quando c’è neve nella località. Ieri mattina ancora impegni, questa volta lo stavano aspettando in Comune per sbrigare alcune faccende.

Per Luciano Biffi, presunto autore dell’omicidio, non è periodo per stare a Esino. D’inverno non c’è mai, ricompare quando il caldo suggerisce la fuga dall’arroventata pianura. Lui gira mantenendosi come artista di strada suonando il sassofono, pare ultimamente soprattutto a Perugia.

Invece questa volta era ricomparso nella casa di famiglia due settimane fa, pare in vista di una esibizione in una località qui in riviera nei prossimi giorni. Quando Gigi è uscito, nel cortile, ha incontrato il vicino del terzo piano. Cosa sia successo, forse lo ha raccontato Biffi agli inquirenti, ma per i vicini anche più prossimi non vi è stata colluttazione: non si sono sentiti toni alzarsi, né urla. Solamente una residente a un certo punto viene attratta da alcuni versi strani, quasi gatteschi, ed esce sulla finestra a controllare. Davanti a lei una scena da incubo, una persona a terra, dal volto non riconoscibile e insanguinato, che emetteva quei suoni. Pronta è scattata la telefonata per chiedere soccorso.

Quasi nessuno si aspettava un gesto del genere. Di Luciano Biffi raccontano che negli ultimi tempi sembrava persona tranquilla, un po’ per i conti suoi e silenzioso, comunque cortese.

Solamente pochi giorni fa, però, pare avesse dato sintomi di insofferenza per alcune voci di bimbi al gioco, scagliando verso di loro dei pezzi di legno. Una reazione valutata dagli adulti un po’ esagerata ma non abbastanza da meritare una denuncia alle autorità.

E invece come detto, il destino si stava facendo strada. E così ieri tra le otto e mezza e le nove, a inizio di giornata, mossa dal rumore dell’elisoccorso una parte di Esino si è riversata in via Stoppani, attirata dall’incredibile.

Poi sono arrivate le forze dell’ordine a transennare e infine i giornalisti. Nel frattempo il paese si è ritirato nella sua normale domenica primaverile.

Strade vuote, alcune e poche persone al bar. Bandiere ammainate alla sede del municipio e tre giorni di lutto per Esino.

RedCro


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