VARENNA – Si è aperto sabato il III Simposio Internazionale di Speleologia, ospitato a Villa Monastero di Varenna. Alla cerimonia di apertura hanno partecipato alcuni tra i massimi esponenti in ambito speleologico: Arrigo Cigna, presidente del simposio; Saba Dell’Oca, presidente della Washington association; Vincenzo Martimucci, presidente della Società speleologica italiana; Kyung Sik Woo, presidente dell’Unione internazionale degli speleologi.

grotte-grigna-carsismoAl tavolo ha preso parte anche il sindaco di Varenna Mauro Manzoni, che nel suo discorso di benvenuto ha accostato l’esplorazione delle profondità della terra con quelle dell’animo dell’uomo, che è spiritualmente collegato all’ambiente e alla sua difesa; ha partecipato anche Graziella Della Torre in rappresentanza della Provincia di
Lecco.

Il nome dell’evento porta in effigie la scritta “alla memoria di Salvatore dell’Oca”, lo speleologo e mecenate comasco che nel 1960 e nel 1972, sempre a Varenna, organizzò le prime due edizioni del simposio, ponendo le basi per la fondazione della Union internationale de spéléologie nel 1965. Per l’enorme contributo di Salvatore ed i risultati ottenuti, per il suo lavoro instancabile nel solo interesse della Speleologia, il dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università degli Studi di Milano, che lo aveva accolto tra i suoi studenti, concederà un riconoscimento alla memoria di Salvatore.

Il simposio sarà anche l’occasione per celebrare il 120° anniversario della fondazione del Gruppo grotte Milano, uno dei più antichi gruppi speleologici del mondo, tuttora assai attivo.

Ecco il discorso tenuto dal primo cittadino Mauro Manzoni all’assemblea

L’Amministrazione Comunale e la comunità varennese sono lieti di porgere il più caloroso benvenuto ai partecipanti e agli organizzatori del III Simposio Internazionale di Speleologia.

Ecco alcuni spunti non solo storici, giusto per creare una visione e una atmosfera.
1) Plinio il Vecchio, nato e cresciuto qui sul Lario, scese poi a Roma e fu l’autore della Naturalis Historia, la più vasta opera scientifica dell’epoca romana, morendo per amore di ricerca e per spirito umanitario durante l’eruzione del Vesuvio nel 78 d.c.
2) Leonardo da Vinci venne qui sui monti alle nostre spalle e in Valsassina per studiare la struttura geologica e per cercare miniere di metalli, su incarico del Granducato di Milano; egli esplorò alcune cave e grotte, parlando del Fiumelatte nel Codice Atlantico e precedendo tutti Voi di circa 500 anni…
3) l’abate rosminiano Antonio Stoppani, nato a Lecco, precursore e fondatore della moderna paleontologia e geologia, fu anche speleologo ante-litteram, visitando più volte le sorgenti del Fiumelatte, la Finestra di Prada e molte doline carsiche delle Grigne.
4) nel lago qui di fronte, Pietro Vassena speleologo atipico toccò nel 1948 i 412 metri di profondità con il suo batiscafo C3, primo mezzo sottomarino dedicato alla ricerca scientifica e non per usi bellici, anticipando Piccard e altri esploratori degli abissi marini.
5) proprio in queste sale, nei decenni scorsi, molti premi Nobel e altri indagatori dello scibile umano si sono alternati per scambiare riflessioni e conquiste nel campo dello sapere scientifico e non solo.

Mauro ManzoniAlla luce di queste succinte premesse, vi porgiamo ora uno stimolante quesito: “… è proprio e solo un caso che questo convegno si svolga a Varenna oppure v’è un sottile arcano disegno che ha condotto allo svolgimento di questo simposio”?

Siamo giunti sulla Luna a 380.000 chilometri circa di distanza da Varenna e siamo arrivati a 11 miliardi di chilometri, nei pressi dei confini del nostro sistema solare… Nella Fossa delle Marianne sono stati raggiunti 11 chilometri negli abissi marini. Ma a tutt’oggi il pozzo più profondo che abbiamo scavato nella crosta del nostro pianeta ha toccato a malapena i 14 chilometri. Rispetto ai 6.370 chilometri del raggio della Terra ben poco…
Il sublime filosofo persiano Bahá’u’lláh ha scritto: «…la Natura è nella sua essenza la personificazione del Mio Nome, l’Artefice, il Creatore. Svariate cause ne diversificano le manifestazioni e in questa diversità esistono segni per gli uomini sagaci. La Natura è la Volontà di Dio e l’espressione di tale Volontà nel e per mezzo del mondo contingente; è ordine provvidenziale decretato dall’Onnisciente Ordinatore». Con tali parole egli descrive l’essenza del rapporto che lega l’uomo e l’ambiente: la magnificenza e la diversità del mondo naturale sono significative immagini della maestà e della munificenza di Dio. Da ciò si può implicitamente dedurre che la natura deve essere rispettata e protetta, in quanto pegno divino di cui siamo responsabili.

Questo tema non è sicuramente una peculiarità esclusiva del movimento bahá’í. Tutte le maggiori religioni del mondo istituiscono questo fondamentale collegamento fra il Creatore e il Suo creato. Il grande filosofo e teologo Cattolico Romano Guardini, che proprio qui a Varenna soggiornò trascorrendo qualche giorno di riposo e di silenzio contemplativo, scrisse quel volume profetico Lettere dal lago di Como dove esprimeva in nuce una primissima teologia ambientalista che poi, anche nel cattolicesimo, è andata
sviluppandosi e arricchendosi fino alla recente lettera enciclica di papa Francesco Laudato si’.

In tutta probabilità, anche un ambientalista ateo o agnostico può condividere questi pensieri e sentimenti, così come uno speleologo può forse vedere una luce affascinante nelle profondità della crosta terrestre, avanzando in una ricerca non solo fisica, ma anche metafisica, dentro se stesso. Vi sarebbero tanti altri spunti, ma il tempo è tiranno.

Ogni miglior auspicio di proficui lavori, ardite esplorazioni e fecondi risultati a tutti voi qui convenuti.