COLICO – La sezione nazionale Alpini Alto Lago ha organizzato sabato 3 e domenica 4 febbraio l’adunata in ricordo dei caduti in terra di Russia.

Sabato sera all’auditorium la mostra sulla campagna di Russia e il ‘ lvalore della memoria’,  domenica appuntamento in piazza della stazione per l’ammassamento quando ha avuto inizio la cerimonia. Autorità civili, militari e religiose; gonfaloni, labari e ben 87 gagliardetti.

12 sindaci del territorio, poi i labari delle sezioni umanitarie (Aido, Croce Rossa eccetera). I ragazzi delle scuole di Colico hanno raggiunto in corteo il monumento ai caduti, guidati dalla fanfara alpina di Asso e quella dell’Alto Lario.

Alzabandiera e poi entrata in chiesa per la santa messa celebrata dal cardinale Francesco Coccopalmerio – chiesa gremita, molti Alpini sono dovuti rimanere sul sagrato.

Terminata la messa con in evidenza la corale “Musica viva”, è ripreso il corteo per le vie di Colico con ritorno al monumento ai caduti alla presenza del picchetto in armi del ‘Morbegno‘ che ha fatto onore alla deposizione di una corona d’alloro.

Quindi, l’intervento delle autorità presenti con i vari discorsi di rito – presente fra gli altri il prefetto di Lecco Pomponio e il sindaco di Colico Monica Gilardi, a seguire un rinfresco nella sala consiliare.

Colico ha onorato così i caduti di Nikolajewka e tutti gli Alpini “andati avanti”. Nutrita purela partecipazione delle penne nere valsassinesi.

Mario Grigi

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Anche la sezione Lario Orientale dell’ANPI ha partecipato alle celebrazioni “in vicinanza alle donne ed agli uomini dell’Associazione Nazionale Alpini per ricordare il tragico epilogo della guerra d’invasione della Russia condotta dai nazifascisti e pagata a caro prezzo anche dai nostri alpini, mandati allo sbaraglio da una delirante pretesa di imperialismo e che con quella battaglia “tornarono a baita”, come ricordato dal presidente della sezione Ana Alto Lario Foschini“.

Come ricordato dagli oratori, questo 81° cade mentre in quelle terre, come in Palestina e in altre centinaia di stati, è in atto una terza guerra mondiale a pezzi: nel ribadire il diritto di tutti i popoli alla difesa anche in armi della propria sovranità. “Come Anpi ribadiamo che la pace è la condizione essenziale perché tutti i viventi, umani e non umani, possano vivere e, ancor più, perché esistano democrazia, giustizia ambientale e sociale, diritti umani e civili. La guerra per sua natura nega queste condizioni. E, necessariamente, se vogliamo la pace, dobbiamo voler dialogare con i nostri nemici e, come ricordato dal rappresentante nazionale Ana, gli alpini vogliono la pace, come scritto in una specifica lettera di alcuni premi Nobel per la pace. Grazie alle persone che hanno parlato a questa manifestazione, ricordando, con diversi accenti, questi concetti. Grazie a chi lotta ogni giorno per la pace!”.
(Fonte: ANPI Alto Lario)