COLICO – Sono passate più di due settimane dalla pubblicazione del lungo editoriale riguardante il turismo colichese, in cui erano contenute 15 proposte che ritenevo interessanti per sfruttare le grandi potenzialità del centro dell’Alto Lago.

Sono seguite molte discussioni, tra i favorevoli e (naturalmente) i più perplessi. Su tutti, è risaltato il tema della mentalità dei cittadini, secondo alcuni troppo “chiusa” per accogliere iniziative innovative o comunque diverse da quelle a cui si è normalmente abituati.

A questo punto, è necessario fare alcune riflessioni.
La prima è un’impressione positiva riguardo alla mentalità e alla ”accoglienza”dei turisti: certamente c’è ancora molto da fare, ma non tutti i colichesi sono sfavorevoli al turismo. Molti, anzi, vorrebbero vivere in un Comune che possa diventare una nuova “perla” del Lario, con iniziative per i turisti e di conseguenza benefici sui residenti.

Le proposte dello scorso articolo, va ricordato, sono da considerarsi come dei punti di partenza, delle basi su cui costruire: se l’amministrazione comunale scegliesse di intraprendere una rotta nuova, volta davvero alla creazione di una città turistica, gli stessi cittadini sarebbero spronati a cambiare (non senza appositi incontri tra istituzioni e residenti per ragionare insieme sul futuro).

Alcuni mi hanno scritto inoltre che i tentativi di “cambiare”, negli ultimi anni, non sarebbero mancati, ma sarebbero stati i cittadini a rifiutarli. In questo senso, la risposta più adatta mi sembra un “ni”: se qualcosa si è mosso, non mi sembra comunque che vi sia stato uno sforzo tanto immane. Quanto scritto sarebbe applicabile nel breve-medio termine e, all’amministrazione, non costerebbe nemmeno molto.

Se dei “tentativi” sono stati effettuati, va aggiunto che sono stati molto deboli e svogliati: la parola “osare” è piuttosto sconosciuta. Sembra che vi sia quasi del timore nell’invertire la rotta.

Viceversa, proponendo di più e meglio e incontrando cittadini e commercianti, le cose possono davvero cambiare.

Altri evidenziano invece come si “guardi in grande”, senza accorgersi però che ciò che viene proposto è la “normalità” in centinaia di località italiane.

Credo che con coraggio e determinazione si possa fare tanto: non fa eccezione la creazione di alcune spiagge attrezzate sulla scia delle località degli altri laghi lombardi (e, a dir la verità, anche nella vicinissima Dervio).
Questo non rappresenterebbe certamente un tentativo di portare il mare dove non c’è, ma si tratterebbe semplicemente di un’implementazione e di una diversificazione dell’offerta turistica (limitata soltanto ad alcuni tratti di spiaggia).

Non fa eccezione nemmeno l’apertura serale (almeno nel fine settimana) dei negozi del centro, che andrebbe debitamente discussa e fortemente promossa, anche attraverso eventi collaterali che attraggano visitatori. Senza rinunciarci, perché anche questo vuol dire città turistica.

In una cittadina che mira ad acchiappare sempre più turisti, infine, è fondamentale la mobilità: purtroppo da settembre 2017 le corse del servizio urbano di Colico sono notevolmente diminuite, su decisione dell’Autorità di Bacino (i colichesi ricorderanno purtroppo la mancata affissione dei nuovi orari, che ha fatto attendere delle persone per una corsa mai partita). Nonostante la “riparazione” effettuata ad aprile 2018, il servizio non si dimostra all’altezza delle esigenze dei colichesi.

Per questo, è necessario un pugno duro con la Regione e con l’Autorità: è vero che Colico è l’unico centro della provincia di Lecco (oltre al capoluogo) ad essere dotato di una linea urbana, ma è anche vero che se il servizio è sempre stato presente, un motivo vi sarà. Insomma, non è un privilegio ma un servizio dovuto alla comunità.

Ad esso, come già ho avuto modo di sottolineare, si deve aggiungere un servizio navetta estivo, fruibile dagli stessi cittadini e dai turisti (sarebbe possibile utilizzare i proventi della tassa di soggiorno).

Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto” diceva Oscar Wilde, in un senso decisamente più tragico e meno migliorabile rispetto a ciò che si può fare a Colico. Di treni ne sono passati, è vero, e i cittadini più amareggiati lo ricordano spesso. Tuttavia, c’è sempre tempo per cambiare.
Servono volontà e coraggio.

Alessandro Bonini

 

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