Quante ne ho sentite nel corso degli anni… quanta gente… quante storie…

È vero, sono accogliente e ben disposta verso il prossimo, e questo mi riempie di soddisfazione, ma ad un certo punto si arriva a saturazione… vien voglia di un po’ di tranquillità, di serena solitudine… di non avere più nessuno a gravare addosso…

Coppie di innamorati, bacetti o paroline dolci, oppure in silenzio, a stringersi le mani e a guardarsi negli occhi;

anziani, sul viale del tramonto, con la nostalgia dei tempi andati, quelli che non tornano più, chi silente, chi ciarliero, chi ad elencar malanni;

giovani rampanti ed eleganti, attaccati al cellulare, in collegamento diretto col mondo, col senso della realtà un po’ distorto;

oppure giovani donne o di mezza età, chi in attesa di un’amica o di un amante;

e i bambini, argento vivo, sempre a correre, saltare, urlare e sgusciare via dalle mani di qualche adulto, ridendo;

e perché non dire degli uccellini, gatti, cani e topi, nulla di questi è mancato al mio cospetto.

Insomma, raramente son rimasta sola, ho sempre avuto qualcuno a farmi compagnia.

Ora son vecchia e decrepita, ormai non son più utile a nessuno. Sono stanca e coi segni evidenti del passare del tempo. Dopo tanti anni di onorata carriera, ecco che ormai son diventata un peso. Ma va bene cosi, tutto ha un inizio e tutto una fine.

Domani verrò portata via, messa a dimora, come diceva un operaio che mi ha osservata a lungo. Che tristezza…

Ma almeno, al mio posto, nel parco, verrà messa un’altra panchina.

Emanuele Tavola